«Ciaspole, ci sono gli stessi pericoli dello scialpinismo»

Zampatti: massima prudenza, soprattutto nei tratti impervi Gentilini (Brd Malles): «La vittima non conosceva la zona»



MERANO. Anche con le ciaspole ai piedi bisogna fare la massima attenzione ai tragitti che si percorrono sulla neve, soprattutto in questo periodo caratterizzato dai primi caldi e dalla neve ventata che, in alta quota, è particolarmente abbondante. Non solo chi pratica lo sci alpinismo rischia grosso.

Ma anche gli appassionanti delle escursioni con le ciaspole devono essere prudenti nello scegliere gli itinerari da percorrere. L'appello viene lanciato dai soccorritori all'indomani dell'ennesima tragedia di questo inverno: una valanga, staccatasi a 2.400 metri di quota dal costone del Monte Rodes, nella vallata di Slingia frazione di Malles Venosta, ha trascinato a valle per circa 800 metri il cittadino svizzero Olivier Pillonel di 50 anni che stava compiendo un'escursione assieme alla moglie e ai due figli. L'uomo precedeva la famiglia di qualche metro: è stato travolto, trascinato verso valle. Dove l'hanno trovato morto. «Anche chi usa le ciaspole deve essere prudente - dice Lorenzo Zampatti, capo delegazione provinciale del Cnsas - soprattutto se sceglie un tragitto in zone impervie. Lo svizzero si trovava ad una quota elevata in una zona che probabilmente conosceva poco. Con le ciaspole o si seguono delle tracce o se ne creano delle nuove. In questo secondo caso il rischio aumenta, di molto soprattutto se ci si trova a quote alte e con un tipo di neve come quella di questi giorni». Secondo Zampatti il rischio cui si va incontro usando le ciaspole in particolari situazioni «è lo stesso che si incontra praticando lo sci alpinismo. Bisogna informarsi prima di compiere un'escursione, soprattutto in zone che di solito non sono molto battute».

Il capo del soccorso alpino di Malles Venosta, Giordano Gentilini, indirettamente conferma la tesi di Zampatti: «Il cittadino svizzero ha affrontato un versante che non conosceva. S'è trovato nel mezzo di una zona caratterizzata da molta neve ventata che ha causato l'enorme massa nevosa che lo ha investito in pieno». Una fortuna davvero che la moglie ed i due figli erano abbastanza distanti dal Pillonel: la slavina li ha soltanto sfiorati. E sono stati proprio loro stessi ad allertare i soccorsi.

«Anche chi usa le ciaspole - aggiunge un componente del soccorso alpino di Lana - oramai ha la preparazione giusta per compiere le escursioni. Va tutto bene finché sceglie i tracciati lungo le strade forestali ed i vari sentieri. Quando però affronta percorsi immacolati, e caratterizzati dalla neve instabile, i pericoli sono enormi. Del tutto paragonabili a chi pratica lo sci alpinismo. Massima prudenza dunque. E poi portarsi appresso, anche con le ciaspole ai piedi, l'Arva, Che in caso di valanga consente in un tempo ragionevolmente breve di rintracciare la persona sepolta».

Il cittadino svizzero l'Arva non l'aveva con sé. Un'imprudenza in più che gli è costata la vita. (e.d.)

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