Clochard e vandalismi, il lento declino del Corso 

L’asse da piazza della Vittoria a Piazza Mazzini non riesce a rilanciarsi Il Comune oggi accende l’albero, ma pesano le divisioni tra i commercianti


di Paolo Campostrini


BOLZANO. La città «divisa», quella che parte da ponte Talvera verso il monumento e che sembra distante mille miglia dal centro, è unita dal mix di incuria e sporcizia di due piazze: Vittoria e Mazzini. Nella prima c'è il buio che rende il parco impraticabile di sera e poi i clochard, che hanno occupato i portici di fronte. Nella seconda il vuoto intorno ad un albero di Natale spoglio, i graffiti che deturpano mura e pietre, e le panchine e fioriere di marmo che stanno cedendo.

«Ci hanno dimenticato», protestano i commercianti. Il Comune intanto dà una notizia. «Oggi, massimo domani, illuminiamo l'albero», annuncia l'assessore Angelo Gennaccaro, «così almeno piazza Mazzini non starà al buio...». Ma «InCorso» chiede di più. «Che almeno i festoni natalizi di ponte Talvera siano fatti proseguire verso il corso», implora Harald Moser, vicepresidente del consorzio che riunisce i negozianti, «così chi arriva dal centro saprebbe che oltre via Museo c'è una città viva e non morta... Una strada di luce che indirizzi anche qui i consumatori e i turisti».

Il Comune rilancia. «L'idea è organizzare per il 2018 un mercatino di Natale nel parco dietro il monumento» annuncia Gennaccaro. E Sandro Repetto: «Via a un progetto di riqualificazione culturale dell'area di piazza Vittoria». Ma a tutt'oggi lo stacco tra il centro nuovo e quello antico è clamoroso: dopo le sette di sera sembra un altro mondo. Tuttavia, non sempre è colpa del municipio. E infatti Moser ammette con amarezza: «Abbiamo grandi difficoltà al nostro interno», sibila il vicepresidente di InCorso, «e qualche amico ha sintetizzato: troppi individualisti. A qualcuno di noi va bene un tappeto rosso sotto i portici, a un altro no e allora non lo mette. C'è chi avrebbe voluto le luci natalizie sotto quelle fisse, una sua vicina gli ha detto: no, insieme sono brutte». Il risultato è che nessuna proposte è giunta in Comune e, dunque, nessuna richiesta di contributo a progetto. «Non siamo riusciti neanche a raccogliere 120 euro a testa per fare qualcosa insieme» rivela un aderente. E un altro testimone delle discussioni: «Tutti sembrano pensare solo al loro vantaggio immediato, senza mai tentare di trovare un compromesso possibile per arrivare a mettere insieme una proposta comune da portare a chi di dovere». Evidente la diversità di passo tra l'associazione di corso Libertà e quelle di via Milano-via Torino (For You) o del centro storico (InCentro, Bzheartbeat) . «E' difficile muoversi senza sinergie tra pubblico e privato», ammettono gli assessori, perché i costi sono molto alti. Quest'anno il Comune ha speso quasi 200mila euro per illuminare la città extra centro e sotto i vecchi Portici è stato decisivo l'autofinanziamento degli interessati, come per ForYou». Ma sinergie o no, il risultato è che la città risulta, in questi giorni d'avvento, ancora più divisa tra chi ha tutto, chi molto e chi (quasi) nulla. «Per i clochard possiamo fare poco», ammette Gennaccaro, assessore al decentramento, «perché sono loro stessi a non volere l'accoglienza nei centri anti freddo o a rifiutare qualsiasi aiuto. Vogliono stare lì. E quindi c'è anche un tema di semplice ordine pubblico». Le luci e il mercatino nel parco possono essere una soluzione. «Ma il budget di quest'anno è terminato» dicono in municipio. «Il primo passo da fare è dare la sensazione di continuità tra via Museo e il principale corso della città», insiste InCorso, «per cui già adesso ora, senza attendere oltre, date anche a noi le stesse luci lungo l'asse verso il monumento e piazza Mazzini che esiste in centro». E aggiunge: "Qui da noi, in corso Libertà e nelle nostre due piazze non si capisce che è Natale».

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