Clochard morto tra le fiamme per scaldarsiAveva case, terreni e 250 mila euro

Bolzano. Giovanni Valentin, noto come Hans Cassonetto, ha sempre rifiutato i soldi e le proprietà immobiliari che sua madre gli aveva lasciato 12 anni fa



BOLZANO. La libertà è l’unica cosa che Giovanni Valentin ha voluto nella vita. Ed è anche l’unica cosa per la quale ha rinunciato ad una vita agiata, sicura, una vita al caldo, senza fatica. Il poeta romano Orazio diceva che «sarà sempre uno schiavo chi non sa vivere con poco». Hans «cassonetto» lo sapeva e per questo motivo ha sempre rifiutato gli oltre 250 mila euro in contanti, i terreni, la villa, gli appartamenti e il bosco, che sua madre gli aveva lasciato 12 anni fa. Già, perché Hansele, il clochard che tutti vedevano rovistare nell’immondizia, in realtà era un uomo ricco, molto ricco. Materialmente parlando. Ma a lui, i soldi non interessavano. Voleva altro: respirare l’aria fresca del mattino, senza dover correre in ufficio, rallegrarsi di ogni sigaretta, donata da qualche passante, “selezionare” i rifiuti, alla ricerca di piccoli “tesori“ che il mondo che lo circondava pensava non avessero valore.

La storia di Giovanni Valentin ha dell’incredibile: nasce a Laives nel 1945. La famiglia poco dopo si trasferisce a Brunico. Crescendo, Hans si accorge di non sopportare le regole imposte dalla società, il dover vivere rinchiuso in una casa, il dover “funzionare” come ci si aspettava che funzionasse. Molla tutto. Sparisce. Se ne va di casa. Non ha niente. Una scelta di vita inaccettabile per la madre, che fino alla fine - come ogni madre - tenterà di farlo tornare ad una vita “normale“. Ma il figlio non vuole. Non ascolta. «Nel 1999 - racconta all’Alto Adige un’amica di famiglia - sul letto di morte, la madre di Hansele chiede a una cugina di trovare suo figlio e di dirgli che ha ereditato tutto». Viene seppellita nel cimitero di Brunico. La cugina, insieme all’amica di famiglia, si mette alla ricerca di Giovanni. Le due donne lo trovano tra la spazzatura, trasandato e con i vestiti consumati, nei pressi dei giardini della stazione di Bolzano. «La cugina - continua la testimone - gli disse che sua madre era morta e che era l’unico erede della villa, dei terreni, dei boschi e dei soldi».

Hans osserva le due donne con stupore. Dice loro che andrà a portare un fiore sulla tomba della madre, ma che per il resto lui è felice e libero. Dice che i soldi non gli servono. Dice che non chiederà mai niente a nessuno, perché lui ha già tutto. Le parole di Giovanni Valentin colpiscono le due signore: come era possibile che quell’uomo, che viveva in mezzo all’immondizia, patendo il freddo d’inverno, potesse rifiutare la fortuna che sua madre gli aveva lasciato? Com’era possibile che Hans volesse continuare a vivere in quel modo?

«Lui diceva che solo così poteva sentirsi libero», spiega ancora l’amica di famiglia. E aggiunge: «Non so a chi andranno ora i soldi e i terreni - conclude -. Ma penso che sarebbe giusto donare una parte di quel denaro alle associazioni che si occupano dei senzatetto. Sarebbe un modo per rendere giustizia alla memoria di Giovanni. L’unica cosa che ha mantenuto della sua vita precedente era l’abitudine di andare in chiesa la domenica». Intanto, in Comune si è presentato un lontano cugino insieme all’tutore giuridico di Hansele: «Siamo in attesa che il sindaco di Brunico dia l’okay - spiega il consulente Karl Hellweger -, poi Giovanni sarà seppellito accanto a sua madre. Per anni è stato mio compito convincerlo a lasciare la strada. E’ sempre stato inutile». La Procura ha dato il nulla osta alla sepoltura.













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