Colterenzio punta su una cantina a emissioni zero

L’azienda di Cornaiano grazie all’attesa ristrutturazione è in grado di produrre il 26% dell’energia che consuma


di Angelo Carrillo


CORNAIANO. Sfida, davvero appassionante, senza esclusione di colpi. Tra le cantine produttori dell’Alto Adige è ormai “guerra” aperta. Almeno da un punto di vista architettonico. Ultima in ordine di tempo a presentare una veste rinnovata è la cantina di Colterenzio che sabato aprirà le porte al pubblico per presentare il nuovo concetto di cantina ecosostenibile frutto di due anni di lavoro di un team di architetti e paesaggisti.

A illustrarlo per la stampa è stato ieri Wolfgang Raifer il figlio del pioniere Luis Raifer, che trenta anni orsono tra i primi ha introdotto la filosofia e le tecniche di vinificazione di qualità in Alto Adige.

«Oggi la qualità dei vini è una precondizione – ha spiegato Wolgang Raifer – per affrontare l mercato, ma non certo l’unica e assolutamente non sufficiente».

I vini non devono solo essere buoni ma anche puliti. «Ma quello che noi intendiamo per vini puliti - ha spiegato l’amministratore delegato di Colterenzio – è solamente la punta dell’iceberg, il prodotto finale di un ciclo che comincia dal vigneto e si perfeziona in cantina attraverso strutture non solo moderne, ma anche capaci di abbassare i livelli di inquinamento dell’aria e dell’ambiente, anche da un punto paesaggistico».

Ed è stato questo uno degli elementi più dibattuti negli ultimi tempi nel paese vitivinicolo di Cornaiano. Il gruppo di progettazione che ha ristrutturato la cantina di Colterenzio guidato dagli architetti Michaela Wolf e Gerd Bergmeister, ha coinvolto nel progetto anche un paesaggista, Roland Dellagiacoma, che ha risolto l’impatto ambientale dell’ampiamento della struttura con un interessante doppio filare di viti rampicanti che dovranno nascondere parte della facciata cercando di integrarla al meglio nell’ambiente circostante. Importanti novità anche sul piano tecnologico «Grazie a quello che viene definito un innovativo concetto energetico - ha spiegato sempre Wolfgang Raiffer - la Cantina produttori Colterenzio diventa il nuovo punto di riferimento in materia di viticoltura ambientalmente sostenibile. Grazie al recupero energetico e del calore prodotto la nuova struttura è in grado di coprire il 26 per cento del proprio fabbisogno energetico. E ciò consente di emettere177 tonnellate di C02 in meno nell’arco di un anno».

Importante inoltre il contributo dei soci della cantina che coltivano circa 300 ettari di vigneto. Che va da Settequerce a Salorno. Molti i viticoltori che impiegano ormai stabilmente metodi di coltivazione integrata. La cantina divenuta celebre negli anni passati grazie ai suoi vini rossi ha oggi una produzione equamente divisa tra bianchi e rossi ed è tra i maggiori esportatori del made in Alto Adige enologico. Da adesso, si spera anche con una marcia in più, quella di produrre non solo vini buoni ma anche puliti. La sfida sembra alla portata grazie anche alla professionalità e alla passione di un team davvero affiatato.

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