in aula 

Commercio in Zona, dibattito sul dettaglio 

BOLZANO. Un bilancio provinciale da 5,9 miliardi di euro, di cui 5,005 spendibili: le opposizioni del consiglio provinciale si prepara alla discussione di martedì su come la giunta ha deciso di...



BOLZANO. Un bilancio provinciale da 5,9 miliardi di euro, di cui 5,005 spendibili: le opposizioni del consiglio provinciale si prepara alla discussione di martedì su come la giunta ha deciso di utilizzare queste risorse. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ieri commentava così la relazione del presidente Kompatscher: «Ancora una volta sembra il report di un manager, con grandi auto-complimenti e nessun accenno a grandi temi sul campo, come il fallimento della Convenzione sull’autonomia». Elena Artioli (Team A) attacca: «Bilancio fotocopia degli scorsi anni. Non si investe abbastanza sul sociale, bisogna puntare sull’immigrazione e sostenere il ceto medio». Lettura diversa di Paul Köllensperger (M5S): «Con un budget di 5 miliardi possiamo dirci fortunati. Bene che non ci siano tagli su sanità, scuola e sociale, ma le spese fisse restano troppo alte». Hans Heiss (Verdi) ha firmato una relazione di minoranza. Tra i molti punti sottolineati da Heiss, il tema della «prudente liberalizzazione del commercio nelle zone per insediamenti produttivi», inserito nel disegno di legge «Disposizioni collegate alla legge di stabilità». Dopo le liberalizzazioni della legge Monti del 2012, ricorda Heiss, la norma di attuazione del 2016 ha nuovamente attribuito il commercio alla competenza primaria della Provincia e nel dicembre 2016 la riconquistata autonomia in questo settore è stata ribadita modificando l’articolo della legge urbanistica concernente le zone per insediamenti produttivi: «Ora si introducono determinate deroghe per le zone produttive, seppur imponendo vincoli severi e capitolati dettagliati». Sul bilancio, Heiss dà conto di una accoglienza tutto sommato positiva delle categorie economiche, mentre i sindacati «attendono invano risposte sul personale delle scuole dell’infanzia, sui collaboratori all’integrazione e sul rinnovo del contratto di comparto per l’intero personale provinciale». Il peso dell’Irpef cresce costantemente, segnala Heiss, «fino ad arrivare a 1.865 milioni, a fronte dei 1.795 del 2017 e dei 1.534 del 2009. Di contro, diminuiscono Ires e Irap, il che denota una politica fiscale orientata allo sgravio delle imprese, che si è rivelato utile in una fase di debole congiuntura, e a un maggiore carico su salariati e stipendiati».













Altre notizie

Attualità