Condotte: «Pronti a fare polo e carcere» 

Lettera ufficiale dei commissari straordinari della società alla Provincia: «Indicheremo a breve la data di avvio lavori»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Ripartono "i poli". Dunque non solo uno, tutti e due: quello bibliotecario e quello carcerario. E questa volta non è un proclama preelettorale ma sono i commissari di Condotte spa, cioè della grande impresa infrastrutturale finita adesso in regime fallimentare, a comunicarlo: "Vi confermiamo la volontà del mantenimento delle suddette commesse". Firmato i tre commissari straordinari: Giovanni Bruno, Alberto Dello Strologo e Matteo Uggetti. I quali vanno oltre la semplice promessa che le ex Pascoli e il nuovo carcere sono stati inseriti tra le opere che Condotte concluderà, scrivendo infine che: "Ci riserviamo pertanto di comunicarvi a breve le date previste per formalizzazione degli atti e l'avvio dei lavori". Tre parole magiche: avvio dei lavori. Insomma, quando tutto sembrava perduto e l'impresa che aveva primeggiato nei bandi di assegnazione dei progetti integrati era boccheggiante tra le fauci dei creditori e la mancanza di liquidità, ecco la sorpresa. "Non è un miracolo ma quasi" commentano in Provincia. Perchè la lettera è proprio indirizzata a palazzo Widmann e fa seguito ad una missiva inviata ai commissari dal segretario generale Eros Magnago in cui chiedeva a Condotte e ai suoi attuali rappresentanti legali di dire, finalmente, che intenzioni avessero sulle due commesse bolzanine. Poca cosa, rispetto alle grandi opere salvate delle varie tav sparse per la Penisola, ma strategiche per la Provincia. La sollecitazione era stata a lungo meditata ma infine decisa soprattutto dal vicepresidente Tommasini, che considera la biblioteca trilingue una sorta di manifesto programmatico del nuovo Alto Adige dalla culture integrate, e dallo stesso Kompatscher il quale , a sua volta, si era molto speso per il polo carcerario. Per quest'ultima opera era stato disegnato anche lo schema di intervento urbanistico : spostamento del carcere da via Dante alla zona aeroporto e successiva assegnazione dell'area di risulta alla Lub, che avrebbe potuto installarvi una sua facoltà e comunque espandersi. "Il risultato - era stato anche il sindaco ad esprimersi - dovrà far sorgere una via della cultura, con l'università al posto del carcere, poi il Museion alla fine di via Dante e infine il polo museale in via Cassa di Risparmio. Una grande operazione per la città". Che sembrava abortita con la crisi di Condotte. E così anche il polo bibliotecario. Tanto che negli uffici provinciali già si stava predisponendo il "pianoB " con la possibilità di far subentrare il secondo classificato nel bando per l'appalto integrato . 60 milioni sono stati predisposi per le ex Pascoli, che evidentemente ai commissari fanno comodo perchè il principale problema della società è far rientrare i soldi delle molte commesse fatte o da fare soprattutto assegnati da enti pubblici. A questo proposito i commissari nella lettera inviata a Bolzano , parlano della loro decisione di riavviare e confermare le commesse altoatesine "in coerenza - così è scritto - con la ratio della procedura di Amministrazione straordinaria volta al perseguimento della continuità aziendale" e che " i suddetti commissari hanno richiesto la garanzia dello Stato a supporto della continuità e che il relativo procedimento autorizzativo è in fase istruttoria". Alla base c'è dunque la volontà, da una parte di monetizzare commesse già in essere (prima Bolzano era esclusa ora finalmente e formalmente inserita nello schema di cantierizzazione), ma dall'altra di salvaguardare le migliaia di posti di lavoro, tutti estremamente specializzati, che stanno ancora operando in cantieri in Italia e in Europa. "E' stato importante fare pressione - commenta Christian Tommasini - e altrettanto la nostra capacità di far presente che i progetti sono coperti finanziariamente e in fase molto avanzata. E' un grande risultato perchè sia il polo bibliotecario che il nuovo carcere sono elementi di sviluppo anche urbano. E il rischio era che in fondi a loro destinati fossero riversati in altri settori, anche fuori Bolzano, prima che nuovi progetti e nuove aziende costruttrici potessero essere rimessi in campo". Dunque, elezioni o no, visto che i commissari di Condotte rispondono solo al loro interesse di gestori di impresa, Bolzano torna a contare sulle sue grandi opere.

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