Bolzano

Container a Oltrisarco, polemiche nel quartiere 

Scuole in ristrutturazione. Fanno discutere quelli installati davanti alla Tambosi. La preside del Torricelli: «Da noi non c’è spazio per metterli, ma ci avrebbero fatto comodo»



BOLZANO. C’è chi ha i container e non gli vanno poi più di tanto a genio perché sottraggono spazi verdi in periodo di pandemia. C’è chi ce li ha e meno male perché altrimenti diverse classi non avrebbero spazio per far lezione. E c’è chi magari li vorrebbe ma non glieli concedono, perché non c’è spazio o costano troppo o vai a sapere per quale altro motivo, tecnico o finanziario.

Quella dei container negli edifici scolastici a Bolzano è una storia lunga. I primi comparvero a inizio anni Ottanta alle Rosmini di Gries, metà scuola nei container perché si ristrutturava. La metà di lingua italiana. Finiti i lavori, l’altra metà, di lingua tedesca, venne spostata nell’ala risanata, intanto che gli altri rimanevano nei container. Alla fine, gli alunni italiani dalle Rosmini vennero trasferiti altrove e la scuola cambiò pure nome in Gries.

Tornando all’attualità, in questi giorni si sta terminando di montare i container in via Claudia Augusta. Moderni, cablati, raffrescati e riscaldati. Ospiteranno i bimbi della vicina scuola materna Dante, che da quest’estate è in fase di ristrutturazione e restauro, lavori per 5,5 milioni di euro, che secondo programma dovrebbero terminare nel dicembre del 2022. Nel rione c’è più di qualche malumore, non per i container in sé anche se non sono proprio il massimo, ma piuttosto perché sono stati montati a ridosso delle scuole Tambosi e dell’asilo Vittorino da Feltre. Poco spazio a disposizione per tre scuole, in tempi di pandemia si rischiano assembramenti, a partire da quelli del mattino, genitori e nonni compresi.

Al liceo Pascoli, invece, i container sono stati montati e sono attivi già da tempo, e per fortuna. Scuola cresciutissima nelle sue fortune, tanti alunni, aule esaurite a pochi anni dall’apertura. Anche al Torricelli esiste il medesimo problema, ma, come precisa la preside Maganzi, per motivi tecnici non c’è lo spazio per montare container nei pressi dell’istituto. Anche quest’anno ci si accontenterà di tre aule in più gentilmente messe a disposizione dalle Da Vinci, che la preside non smetterà mai di ringraziare. Però si preme sulla Provincia. Un paio di settimane fa è stato presentato a scuola lo studio di fattibilità per l’ampliamento in altezza del liceo scientifico, ora la preside si augura che il progetto venga avviato in tempi ragionevoli, anche perché in era di pandemia già si starebbe stretti se ci fossero spazi adeguati... Per il momento si stanno predisponendo spazi aggiuntivi in biblioteca e in aula magna, separando con divisorie provvisorie, ma l’augurio è che si passi presto alla fase esecutiva del cantiere.

Preoccupazione c’è infine anche all’asilo nido Il Veliero di viale Venezia, dove il 25 giugno si è chiuso, con tanto di ampio trasloco, assai impegnativo per il personale. I lavori di ristrutturazione e risanamento, anche del cortile, che sarebbero dovuti partire a inizio luglio, pare siano invece stati avviati soltanto da pochi giorni. Questo fatto sta destando preoccupazione sia tra il personale del nido gestito dall’Assb sia tra i genitori dei bimbi. In teoria, i lavori dovrebbero terminare nel mese di ottobre, questo almeno è stato comunicato a personale e genitori, ma non è detto ci si riesca. E così, maestre bimbi e genitori rischiano di rimanere sparsi in diversi altri nidi cittadini, con notevoli difficoltà logistiche per via delle distanze. In questo caso, forse a più di qualcuno non sarebbe dispiaciuta una sistemazione in container, come fatto anni fa a Casanova, in attesa che si costruisse il nuovo asilo. DA.PA













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