Contributi alla clinica S. Maria La Provincia rivuole 4,5 milioni

Seitz (Ufficio ospedali): «E’ in corso un’indagine amministrativa per capire se i soldi erano dovuti La struttura doveva mantenere il vincolo di destinazione d’uso ma potrebbe non essere stato così»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. L’Ufficio ospedali dell’assessorato alla sanità sta controllando i conti della Santa Maria anche per evitare un possibile intervento della Corte dei conti. Sta verificando se i contributi versati dalla Provincia tra il 2000 ed il 2001 erano effettivamente dovuti o se la clinica, che nel frattempo ha cambiato in parte destinazione d’uso rispetto all’attività denunciata nella richiesta di contributi, debba restituire 4,5 milioni di euro. Ulrich Seitz, direttore dell’Ufficio ospedali, conferma la questione. «Ho scritto e firmato la lettera spedita alla clinica Santa Maria». Un provvedimento che i vertici dell’amministrazione ritengono «doveroso». Ma che cosa è successo? «Stiamo facendo una semplice ma chiara verifica. In questi ultimissimi anni la clinica ha cambiato in parte destinazione d’uso, lo ha fatto - questo è vero - perchè le richieste e le esigenze della sanità sono cambiate. Ma siccome tra il 2000 ed il 2001 la struttura ha beneficiato di contributi provinciali per la ristrutturazione» - e si parla di mura, sale operatorie, mobili, attrezzature e reparti - «vogliamo capire se i soldi erano effettivamente tutti dovuti o se ci devono restituire qualcosa». Quanto denaro è stato versato in quegli anni dalle casse pubbliche? «Non lo so, non c’ero, stiamo ricostruendo tutto». Ma perchè adesso avanzate l’ipotesi di una parziale restituzione? «Perchè la legge provinciale non lascia spazio ad interpretazioni e dice che se i soldi vengono concessi allora per 20 anni la destinazione d’uso non deve essere modificata. Non si può toccare perchè esiste un vincolo! Questione che adesso va tutta verificata». Cosa vi lascia perplessi? «Prima di tutto la chiusura del reparto di Ginecologia ed Ostetricia. Ma stiamo verificando anche altre cose. Certo, sappiamo benissimo che la programmazione sanitaria è cambiata, che ci sono problemi di lungodegenza, sappiamo che la clinica ha chiesto ed ottenuto l’accreditamento sociale ma vogliamo vederci chiaro». Seitz non lo dice ma fa capire che se la clinica affitta parte dei suoi spazi all’Assb per far spazio ai lungodegenti, vuol dire che ha modificato in parte la destinazione d’uso ed allora potrebbero esserci problemi con i contributi concessi a suo tempo. Altra questione potrebbe interessare anche il Servizio di Medicina dello sport del Comprensorio di Bolzano che si è trasferito dai locali di viale Europa alla struttura di via Claudia de’ Medici. Anche in questo caso l’Ufficio ospedali dell’assessorato vuol capire se l’operazione è congrua rispetto ai contributi incassati a suo tempo. «La nostra è una semplice verifica - spiega Seitz - ma è certo che se risulterà che parte dei contributi non erano dovuti perchè nel frattempo è mutata la destinazione d’uso risulta più che evidente che parte di quei soldi, e parlo di una cifra che si aggira attorno ai 4,5 milioni di euro, dovranno essere restituiti dalla clinica alle casse dell’amministrazione pubblica».













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