Corriera «vietata» al disabile, l’autista gli chiude le porte

Martin Saltuari ha chiesto di sedersi nei posti riservati Il conducente lo ha lasciato a terra senza rispondere


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Voleva approfittare della domenica di sole, dopo tanta pioggia, per fare un giro a Carezza, ma per lui ha scelto l’autista del mezzo Latemar che lavora in convenzione con Sad: niente da fare, si resta a terra.

È la disavventura di Martin Saltuari, invalido da undici anni in seguito ad un incidente stradale a causa del quale ha perso la gamba sinistra, ora sostituita da una protesi. «Non è la prima volta che mi capita, e spesso sorvolo sulla mancanza di educazione delle persone, ma domenica il comportamento di quell’autista è stato davvero il peggior esempio di cattiveria degli ultimi anni».

Alle 9,30 dalla stazione della autocorriere di domenica parte il pullman per il lago di Carezza, «Io sono arrivato con qualche minuto di anticipo, ma la banchina era già piena; quando l’autobus è arrivato si è riempito in pochi secondi, e allora ho chiesto all’autista di fare in modo che mi venisse ceduto il posto riservato agli invalidi, ma lui mi ha detto che l’autobus era pieno e non potevano salire altri passeggeri».

A questo punto il signor Saltuari si rivolge al capostazione della Sad, che bussa al finestrino del pullman e chiede esplicitamente all’autista di far salire il passeggero invalido, ma in risposta l’altro si allaccia la cintura di sicurezza, richiude il finestrino e parte, lasciando a terra l’invalido e a bocca aperta il capostazione. «Spesso capita che la gente non creda alla mia invalidità - racconta Saltuari - perché cerco di essere il più autonomo possibile e di non lagnarmi troppo, ma a quell’autista avevo fatto vedere la mia protesi, e si è comportato in questo modo».

Martin Salutuari ha presentato un reclamo alla Sad, che ha promesso di approfondire sul caso ed eventualmente prendere provvedimenti.

«Purtroppo la mia domenica è andata in fumo - si lamenta Saltuari - questa domenica era la prima di sole dopo tanta pioggia, e volevo stare un po’ all’aperto, non posso uscire tutti i giorni perché non posso indossare costantemente la protesi, e alla fine ho ripiegato per un giro in treno a Castelrotto e poi sono rientrato per l’ora di pranzo».

Capita sempre più spesso, racconta Saltuari, che gli autisti si neghino a fare in modo che riesca a sedersi, «Non vogliono problemi con la gente, o trovo qualcuno che mi fa sedere di sua iniziativa, oppure gli autisti fanno finta di non sentire se chiedo loro aiuto».

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