«Così combatto per risvegliare Mattia»

Francesca Fiori da 5 anni assiste il fratello in coma, un torneo di calcio per raccogliere fondi per la musico-terapia



BOLZANO. Dieci squadre, 14 dj per animare con musica di sottofondo e una riffa per vincere le maglie dei campioni della serie A.

È il torneo di calcio Forza Mattia, un minifestival per sorridere, due giorni di fila tra domani e domenica nel campo sportivo di Ruffré, nei pressi del Passo Mendola.

Sorrisi che servono a ricordare il giovane Mattia Fiori così com’era prima che un assurdo incidente lo chiudesse in un coma profondo che ancora lo assorbe, da cinque anni. Un antibiotico che produce una reazione allergica, i soccorsi che riescono a raggiungere il corpo accasciato solo con qualche minuto di ritardo. Rianimato il cuore, ma lui non c’è più. Da allora riceve le cure del centro per lungodegenti Firmian: occhi aperti di giorno e chiusi di notte, non un cenno, non una parola.

«Quanto mi manca la sua voce – sorride la sorella Francesca che, insieme ai genitori, lo accudisce da cinque anni – questo torneo serve a fare tutto il rumore possibile per riempire il suo silenzio».

Giocano gli amici del bar, gli ex compagni di scuola, e tutti quelli che negli anni si sono stretti attorno alla famiglia. Mattia è caduto in coma quando aveva solo 24 anni ancora da compiere, i suoi genitori da allora hanno vissuto in un limbo fatto di presenza silenziosa, al lato del letto del ragazzo, e dei piccoli gesti con cui è ancora possibile prendersi cura del ragazzo addormentato.

«Mia madre gli lava i panni, lo vestono tutti i giorni e lo rispogliano la sera, e non lo lasciano finché non chiude gli occhi». Il torneo è anche per loro, i genitori, che non vanno più in vacanza per non essere troppo distanti, per alleggerire il loro peso e farli sorridere e sentire ancora al centro dell’affetto degli amici.

«L’anno scorso abbiamo avuto l’idea del torneo – racconta Francesca mentre il suo piccolo Jacopo gioca intorno come una trottola – soprattutto perché avevamo bisogno di ricordare al mondo che Mattia c’è ancora; è stato un successo che nemmeno ci aspettavamo, e il caso ha voluto che vincesse proprio la squadra con cui giocava lui».

Poi durante l’inverno la scoperta della musicoterapia, "ci è sembrato di assistere a un miracolo, Mattia ha reagito molto bene, vedevamo gli effetti dai parametri medici, si è rilassato, i battiti sono rallentati e ci siamo convinti che gli piacesse".

L’edizione di quest’anno servirà a finanziare un’altra serie di sedute. «Fa bene anche ai miei genitori, sembra incredibile quanto sollievo possa dare un po’ di musica in quella stanza». Il centro Firmian ora è la sua casa, racconta Francesca, "voglio spendere due parole per lodare il grande supporto che riceviamo dalla struttura; se non ci fosse, la nostra esistenza sarebbe un dramma".

Poi rispunta il sorriso, "non vedo l’ora che arrivi sabato, in casa mia c’è tanto bisogno di leggerezza". Per la raccolta fondi, Francesca ha ricevuto tantissimo sostegno dalle associazioni: «Avremo da mangiare e da bere a prezzi davvero simbolici e ci sarà una pesca di beneficenza; non so quante persone devo ringraziare, si è davvero mobilitata tutta la città». Sul palco a consegnare le coppe ci saranno anche gli altri due giovani bolzanini che hanno avuto esperienze di salute difficili, Ale Polí e Matteo Fratucello.

«Le nostre famiglie si sono intrecciate in una strana ma bellissima amicizia – racconta Francesca – e attraverso l’associazione Il Papavero siamo uniti per dare voce a tutti quelli che come loro e come Mattia hanno avuto esperienze drammatiche nella loro giovane vita».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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