Costa: mai considerata la candidatura di Spagnolli

Il vicesegretario del Pd: «La città non deve rimanere senza il suo sindaco» Margheri (Sel) accusa: il Pd non ha mai creduto ad un’alleanza ulivista



BOLZANO. Il Pd ha archiviato il caso Spagnolli. Il sindaco non si candiderà alle elezioni provinciali. Una decisione di Spagnolli, che l’ha motivata così: «Ho proposto un progetto politico largo, ma il Pd ha deciso di correre da solo. Non è così che si vincono le elezioni». Al Pd non aspettavano altro: sono sempre stati contrari alla sua candidatura. Scongiurate, almeno per il momento, le elezioni comunali anticipate. Tramontata anche ogni ipotesi ulivista che il Pd aveva prospettato alla propria assemblea programmatica oltre un anno fa. I democratici alle provinciali correranno da soli con il simbolo Pd. Interrotti da tempo gli incontri con Udc, Verdi, Sel e Psi. Sel alle provinciali presenterà propri candidati nella lista dei Verdi. «Il Pd non ha mai veramente voluto l’ipotesi ulivista», sottolinea Guido Margheri (Sel), «per mesi si sono avvitati nel teatrino Spagnolli sì, Spagnolli no. Come è ormai palese, domina la voglia di continuità, sia sulla politica che sulla conferma stessa degli assessori uscenti. Troppo deboli le posizioni sullo scandalo energia e l’aeroporto». Critico con il sindaco Sandro Repetto (Pd): «Spagnolli pensa di essere il centro della politica italiana? Credo che abbia da fare molto come sindaco, partendo dalla rivisitazione del finanziamento dei Comuni, altrimenti rischia di lasciare macerie al prossimo sindaco». Ne abbiamo parlato con Carlo Costa, vice segretario Pd e coordinatore del comitato elettorale.

Il sindaco Spagnolli resta convinto che una sua candidatura avrebbe portato migliaia di voti in più al Pd. Avete rinunciato alla sua presenza per il bene della città o perché Spagnolli minacciava la rielezione di qualche assessore?

«Lasciare Bolzano senza sindaco sarebbe stato un azzardo imperdonabile. Non abbiamo mai preso in considerazione che Spagnolli si candidasse. Il governo di Bolzano ha una valenza forte rispetto agli equilibri provinciali e deve arrivare fino al termine della consiliatura nelle migliori condizioni. Spagnolli ha le credenziali per farlo, essendo il primo sindaco eletto come sindaco di tutti, italiani e sudtirolesi, al primo turno. È un valore aggiunto averlo lì. Alle provinciali tutti potremo dare il nostro contributo, candidati e non candidati. Quanto agli assessori, sono al primo mandato ed è giusto confermarli. Il Pd, a differenza di altri, ha effettuato il rinnovamento alle scorse elezioni».

Spagnolli sostiene che la corsa in solitaria vi farà perdere.

«Il suo progetto è diverso da quello del Pd. L’assemblea provinciale chiede autonomia rispetto a Roma, ma restando in rete con il Pd trentino e nazionale. Rinunciare al nostro simbolo sarebbe complicato».

Perché sono tramontati gli incontri con il centrosinistra?

«In questi mesi sono accadute diverse cose, non si può dare solo la colpa al Pd cattivo. Sel ha scelto di proseguire l’alleanza con i Verdi, mentre l’Udc è entrata in Scelta civica. Il Pd correrà con una propria lista, ma faremo un ragionamento di centrosinistra sul programma».

Lei si candiderà?

«No, non ci sarò. Ho dato la mia disponibilità a guidare il comitato elettorale». (fr.g.)

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