Cristoforetti: «Tanta emozione ma nessuna passeggiata nello spazio»

Samantha, che ha frequentato per 3 anni il linguistico a Bolzano, si prepara alla missione. Sarà la prima astronauta italiana



Non ci saranno passeggiate spaziali nella missione della prima donna astronauta italiana, «ma non si sa mai...»: Samantha Cristoforetti (trentina che ha studiato alle Marcelline di Bolzano) ci spera, in ogni caso sa che la sua missione, Futura, sarà comunque straordinaria. «Sono serena», «felice di partire» e «per niente spaventata», ha detto oggi a Roma nella conferenza stampa nella quale è stato presentato il logo della sua missione. Il simbolo di Futura, disegnato da Valerio Papeti di Torino, è il Sole che brilla nell'alba, fra la Terra azzurra e tante stelle bianche, con la Stazione Spaziale che sfreccia.

«Futura - ha aggiunto l'astronauta - è un bel nome per la missione perchè dobbiamo conquistare il futuro e dobbiamo costruirlo pensando che un giorno potremmo decidere di vivere nello spazio o di sfruttarne le risorse».

Nata il 26 aprile 1977 a Malè Cristoforetti è capitano dell'Aeronautica Militare, si è laureata in ingegneria in Germania, a Monaco, ha frequentato l'Accademia Aeronautica di Pozzuoli e oggi è l'unica donna del corpo astronauti dell'Esa. Il lancio della missione, frutto di un accordo bilaterale fra Asi e Nasa, è previsto il 24 novembre dalla base russa di Baikonur, con la navetta russa Soyuz. Per sei mesi Cristoforetti lavorerà sulla Stazione Spaziale e uno dei suoi compiti principali sarà stare ai comandi del braccio robotico: «catturerò i veicoli carichi di rifornimenti che arrivano alla Stazione Spaziale e che non si agganciano automaticamente». Tanti anche gli esperimenti previsti, sui quali Cristoforetti è già al lavoro: dalle stampanti in 3D per i pezzi di ricambio della Stazione Spaziale alle nanoparticelle contro l'osteoporosi.













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