BOLZANO

Croce Rossa, i dipendenti fanno causa: pignorati due appartamenti

Il personale (molti lavoratori sono precari) deve ricevere circa 700 mila euro di indennità non pagate


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Pignorati due appartamenti alla Croce Rossa a Bolzano, uno in via Dalmazia usato come foresteria e l’altro in via Duca d’Aosta, accanto al tribunale, sfruttato invece per i corsi di formazione. A presentare l’istanza (già accolta) è stato Juri Andriollo, legale di una decina di dipendenti della Cri altoatesina che vantano crediti per circa 700 mila euro e che, soprattutto, hanno già vinto la causa di primo grado davanti al giudice del lavoro.
«Non siamo sicuri che dalla vendita all’asta dei due appartamenti - spiega il difensore dei lavoratori, una buona parte dei quali precari - si riesca a ricavare l’intera cifra e pertanto stiamo valutando se pignorarne un terzo».
Al centro della vertenza ci sono premi non corrisposti e l’impiego dei dipendenti in mansioni diverse (e superiori) rispetto a quelle previste dal contratto. L’obiettivo dei lavoratori, che prima di fare causa hanno tentato di arrivare in ogni modo ad un compromesso con l’azienda, è quello di essere stabilizzati (e quindi assunti a tempo indeterminato), come è già avvenuto in altre parti d’Italia.
Tra l'altro non ci sono solamente autisti-soccorritori (la figura più comune), che nelle sedi periferiche hanno quasi sempre un ruolo determinante per garantire la copertura dei turni (festivi compresi), ma anche persone tra i quaranta e i cinquanta, chiamati a svolgere negli anni anche il delicato ruolo di capoturno. E il fatto di avere (o di aver avuto) in organico in passato, capoturno precari in un settore delicato quale quello dei soccorsi non fa particolarmente onore alla Croce Rossa, che anche in provincia di Bolzano svolge in ogni caso un compito prezioso.

Ci sono dipendenti gardenesi, ma anche di Laives, Bolzano e Merano, pronti a far valere in ogni sede le loro legittime pretese. «Ci sono diverse sentenze favorevoli - spiega Andriollo - che ci fanno ritenere che si possa arrivare ad una stabilizzazione dei dipendenti altoatesini in un lasso di tempo ragionevolmente breve. Ma fino a quando questo non succederà il mio compito è quello di tutelare gli interessi dei lavoratori». Paolo Soave, responsabile amministrativo della Croce Rossa, sottolinea come si tratti solamente di una questione di tempo. «Confermo il pignoramento ma posso garantire che Croce Rossa verserà ai lavoratori quanto dovuto. C’è una situazione analoga in molte altre regioni italiane e Cri sta procedendo semplicemente in ordine di notifica. Il Governo ha già stanziato nel 2014 i fondi necessari per arrivare alla privatizzazione». Una situazione che secondo i vertici della Croce Rossa è destinata a risolversi nei prossimi mesi, ma che sta tenendo in ansia parecchi lavoratori.

«Vogliamo - spiegano - che ci venga riconosciuto quanto ci spetta. Per ora ci sono state fatte solamente tante promesse e ciò spiega la scelta fatta di arrivare al pignoramento degli alloggi».
I precari, in Alto Adige, sono una trentina. «E tutti hanno una famiglia. In base alla sentenza di primo grado sono previsti circa 70 mila euro a ricorrente più le spese legali. Ma l’obiettivo è la stabilizzazione». Il Governo, da parte sua, sta lavorando per arrivare ad una privatizzazione graduale, in tre fasi, che dovrebbe portare Cri a diventare un’associazione privata di volontariato sostenuta in gran parte da finanziamenti privati.
 













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