da piazza vittoria a san genesio

BOLZANO. Nonostante si tratti di un progetto pubblico, finanziato con i denari dei contribuenti, si deve registrare una pressoché totale mancanza di trasparenza sugli atti tecnici che lo riguardano....


di Davide Pasquali


BOLZANO. Nonostante si tratti di un progetto pubblico, finanziato con i denari dei contribuenti, si deve registrare una pressoché totale mancanza di trasparenza sugli atti tecnici che lo riguardano. Stiamo parlando della nuova funivia in due tronconi, da piazza Vittoria a San Genesio. Per un progetto da 24,5 milioni di euro, qualunque amministrazione pubblica avrebbe predisposto un tomo della Treccani, con studi di fattibilità tecnica e finanziaria, ricadute economiche future, valutazioni di carattere ambientale, paesaggistico, architettonico, turistico e via approfondendo. La delibera della giunta provinciale, invece, porta come motivazione una sola misera paginetta. Si è forse deciso senza prima approfondire?

Il bando di gara per la progettazione, elaborato dalla partecipata provinciale Strutture trasporto Alto Adige (Sta), riporta inoltre una frase che lascia perplessi: il progetto è portato avanti col sostegno dei comuni di San Genesio (e questo corrisponde al vero) e di Bolzano. Peccato che in consiglio comunale non se ne sia mai parlato.

Si narra che il via libera sia arrivato dal sindaco Spagnolli e dal vice Ladinser, senza che mai si affrontasse la questione né in giunta né in maggioranza.

La delibera provinciale però, a ben vedere, è stata approvata all’unanimità a due giorni dal natale 2015, quando il Comune era già commissariato...

Sono settimane che gli attivisti del “Comitato Prati del Talvera-Sant’Antonio contro la costruzione della funivia” stanno tentando di informarsi. Gente scafata: tecnici, burocrati, professionisti. Sanno a chi rivolgersi, cosa chiedere. C’è stato niente da fare. Qualche schizzo si è riusciti a recuperarlo, da professionisti che in qualche modo erano stati coinvolti nell’iter progettuale. E su quelli si è cominciato a lavorare. Simulazioni fai-da-te, ma professionali, anche se basate sui pochissimi dati tecnici citati nei carteggi.

Si è arrivati a questi risultati: in piazza Vittoria si dovrà costruire una struttura architettonica alta almeno venti metri, ossia come un palazzo di sei piani. Questo perché il primo dei tre piloni sarà alto 18 metri. I meccanismi tecnici saranno posizionati nel triangolo di terreno posto fra ponte, balaustra di pietra dove ci sono le cabine telefoniche e ciclabile. Il primo pilone verrà piantato poche decine di metri a nord, dove si imbocca la passerella ciclabile. Il cavo portante per un tratto affiancherà il torrente sull’orografica destra, sfiorando i campetti scolastici e il campo da calcio. Fra questo e il campo da baseball, verrà eretto il secondo pilone, alto 35 metri. Ossia, quanto un palazzo di undici piani. Dopo il pilone, il cavo portante oltrepasserà il Talvera per raggiungere il terzo pilone, posto all’altezza della centrale idroelettrica Rendelstain, nel greto del torrente (in questo la Provincia ha gioco facile, trattandosi di terreni di proprietà del demanio idrico, e quindi formalmente fuori dalla giurisdizione comunale). Da qui il cavo portante proseguirà fino a ponte Sant’Antonio, passando sopra la testa di ponte a Est e in pratica sfiorando il cortile del condominio Rendelstein (ex cotonificio). Da qui, riattraverserà il Talvera per raggiungere l’attuale stazione a valle della funivia di San Genesio, sorvolando la statale per Sarentino.

Il terzo pilone sarà realizzato in alveo, e quindi sarà un po’ più basso della sede stradale. Però stiamo comunque parlando di una struttura alta oltre 30 metri. Per forza di cose, molto alta dovrà essere anche la nuova stazione di valle dell’attuale funivia per San Genesio. Il comitato stima almeno 25 metri. Da qui partirà la nuova funivia per San Genesio. E qui arriverà la cabina da piazza Vittoria, che sarà unica, da 45 posti. Una stessa cabina che andrà avanti e indietro in piano circa 200 volte al giorno.

«Settimane che chiediamo di accedere agli atti», spiega il presidente del comitato, l’ingegner Roberto Trevisson. «Niente da fare, progetto blindato». Ma da settimane snocciolano dati, fanno considerazioni. «Se avessimo scritto o detto inesattezze, ci avrebbero smentiti. E invece...»

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