Da usciere a imprenditore con 350 dipendenti 

Dieter Gallmetzer oggi è il leader altoatesino del settore dentale. Per riuscire  ha fatto anche quattro lavori insieme. «Ho la terza media, ma volontà di ferro»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Tutto è cominciato dal sogno che aveva da bambino: farsi la casa. Oggi Dieter Gallmetzer, 58 anni bolzanino, è a capo di un piccolo impero specializzato nell’importazione e nella commercializzazione di attrezzature e materiali per odontotecnici e dentisti. Non solo: ha messo in piedi una catena di centri odontoiatrici (Mirò) e si prepara a produrre, in via Negrelli, anestetici prima per dentisti e poi per veterinari. Il gruppo, che conta 25 aziende, ha 350 dipendenti e un fatturato complessivo di 85 milioni.

In quella che era la vecchia sede della “Selva”, specializzata nella produzione di arredi e trasferitasi a Verona, si sposterà presto la “Gerhò” di Settequerce, da dove negli anni ’90 è iniziata l’avventura che ha portato Gallmetzer ad essere il leader altoatesino del settore dentale con interessi anche nel campo della medicina estetica (Centro Mes di via Innsbruck).

«A chi mi dice che ho avuto fortuna - racconta - rispondo che ho una volontà di ferro che mi ha consentito di raggiungere una serie di obiettivi a partire da quello che avevo da bambino: costruirmi una casa per andare via dal piccolo appartamento dove vivevo con i miei genitori in un condominio di Bolzano. Sopra avevo uno che faceva esercizi al pianoforte tutto il giorno; dall’altra c’era una coppia che continuava a litigare; e intorno bambini che urlavano. Era un incubo».

La scalata. Un obiettivo ambizioso per qualsiasi persona che viva a Bolzano dove i terreni si vendono a peso d’oro e ancora di più per uno come Gallmetzer che ha cominciato a lavorare, subito dopo l’esame di terza media, come usciere alla Btb. Dal gradino più basso però, dopo un po’ era stato promosso a quello di impiegato.

«Come? Un giorno si è ammalato un cassiere e mi sono offerto di sostituirlo. Il direttore mi ringraziò, ma mi disse che non era possibile. Non mi sono arreso. Ho insistito dicendogli che avevo guardato cosa faceva ed ero convinto di poterlo sostituire. Alla fine accettò di farmi provare e non l’ho deluso».

Così con uno stipendio un po’ più alto, quando suo padre gli disse che a Cornedo vendevano un pezzo di terreno, decise che era arrivato il momento di realizzare il suo sogno.

«Per comprarlo mi ero ovviamente indebitato fino al collo e poi servivano altri soldi per tirar su la casa. Con uno stipendio solo, era impossibile».

E allora poco più che ventenne si ritrovò a farne quattro di lavori contemporaneamente. «Di giorno in banca; poi quando smettevo salivo in macchina e facevo il rappresentante di biancheria intima: arrivavo nella zona della Pusteria quando i negozi chiudevano e i titolari avevano più tempo per sfogliare i campionari. Tornavo a Bolzano intorno alle 23 e andavo alla “Koch” a fare gnocchi e knödel. Quando mi chiamavano facevo il modello nelle sfilate di moda. Il sabato e la domenica ero a Cornedo a costruirmi la casa. Inutile dire che quando, nei ritagli di tempo, andavo a trovare la mia fidanzata Helene, che poi sarebbe diventata mia moglie, mi sedevo sul divano e mi addormentavo. Il tour de force è andato avanti cinque-anni, fino a quando non ho finito i lavori».

La metamorfosi. Nel frattempo erano arrivate anche le soddisfazioni e le promozioni sul lavoro: dalla Btb passa alla Cassa Centrale Raiffeisen e quando il Banco ambrosiano Veneto sbarca in Alto Adige lo assumono come dirigente.

«Il mio incarico era quello di portare all’Istituto nuovi clienti e soldi freschi: è lì che ho cominciato a conoscere bene le aziende del territorio. Quelle che andavano bene e quelle che andavano male come la Gerhò che allora aveva la sede a Bolzano sud e solo quattro dipendenti ».

La nuova sfida. Gallmetzer non sapeva nulla di prodotti e attrezzature per i dentisti, anche perché non avendo mai avuto neppure una carie, non aveva mai messo piede in uno studio. «Entrai in società con l’incarico di seguire la parte amministrativo-commerciale, per cercare di risanare i bilanci e dopo la rottura con il socio mi trovai dall’oggi al domani ad occuparmi di un settore sconosciuto. Avevo moglie e tre figli: non potevo mollare anche perché nel frattempo avevo lasciato la banca».

Dal lavoro sicuro a quello di imprenditore dove nulla è scontato. «Ma se uno ha voglia di lavorare, niente è impossibile».

Il risultato di questa filosofia di vita è che oggi la Gerhò spedisce ogni anno più di 60 mila cataloghi ad odontoiatri e tecnici del settore, ha 45 mila clienti e consegna 38 mila articoli. Tra i clienti ci sono le dodici cliniche odontoiatriche Mirò create dall’imprenditore bolzanino e sparse tra il capoluogo e il nord Italia; oltre ad altri sei centri che Gallmetzer ha rilevato negli ultimi due anni in Trentino-Alto Adige. «Andavano male e adesso hanno i bilanci in crescita». Prossimo obiettivo: la produzione di anestetici per i dentisti. «È un settore di nicchia: in Europa ci sono solo quattro produttori. A settembre otterremo l’autorizzazione e si parte: abbiamo già assunto i farmacisti e il personale che ci serve per la nuova sfida».













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