Dal Virgolo al Museo, la città dei «no»

La mappa delle promesse mancate. Corrarati (Cna): «Il Comune stroncherà altre iniziative che porterebbero risorse»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Il primo atto di questa giunta è stato un no al progetto Benko. Per Bolzano questo significa due cose: rinunciare alla riqualificazione di una parte importante della città e a soldi freschi che avrebbero potuto entrare nelle casse pubbliche ed essere investiti in lavori oltre che per ridurre la pressione fiscale su cittadini e imprese». Claudio Corrarati, presidente della Cna, si fa interprete della preoccupazione del mondo dell’imprenditoria in genere e delle piccole imprese artigiane in particolare che non sono ancora uscite dalla crisi e contavano di poter lavorare in quel grande cantiere che si doveva aprire tra via Garibaldi, via Alto Adige e via Perathoner.

«Questo - dice Corrarati - è solo l’inizio di una serie di no che arriveranno quando si tenteranno altre strade per trovare risorse, ovvero cercando di tagliare la spesa pubblica, esternalizzare servizi e lavori, stipulare accordi con i privati per riqualificare aree dismesse, ridurre la tassa rifiuti facendo funzionare al meglio l’impianto di termovalorizzazione». Questo atteggiamento, che è un mix di paura di decidere, unito a processi burocratico-amministrativi lunghissimi, fa sì che Bolzano sia ferma, mentre il resto della provincia va avanti. Non tanto perché la Provincia privilegi i centri a maggioranza tedesca di questa terra, bensì perché il Comune capoluogo, da una parte si macera in lotte intestine - a più di due mesi dalle elezioni la giunta Spagnolli si limita all’ordinaria amministrazione e le deleghe più importanti sono ancora nelle mani del sindaco - più che preoccuparsi delle priorità del capoluogo, e dall’altra si tarpano le ali ai privati che sarebbero disposti ad investire.

Il Virgolo. Significativo da questo punto di vista il commento alla bocciatura del progetto Benko del presidente della Provincia Kompatscher: «Ora i bolzanini non si lamentino che altrove si fanno le cose, mentre Bolzano sarebbe svantaggiata».

Le conseguenze di una politica che non decide e non sa farsi valere nelle trattative con la Provincia sono sotto gli occhi di tutti.

Partiamo dal Virgolo: nel 2008 Thun ha proposto di realizzare sulla collina che domina Bolzano il Regno degli angioletti: era l’occasione per recuperare un’area verde, di proprietà di alcuni imprenditori, restituendola in parte all’utilizzo pubblico. Scese in campo un gruppo di ambientalisti: non fosse mai che un privato mettesse “le mani sul Virgolo”. Dal Comune non arrivò mai né un sì né un no e nel 2010 Thun abbandonò il progetto. Cinque anni dopo ci ha riprovato Benko presentando un progetto avveniristico con funivia da piazza Walther: bocciato. Peccato che nel frattempo la collina sia diventata una sorta di discarica a cielo aperto oltre che ritrovo di drogati e prostitute.

E il Museo civico, dove sono aperti solo pianoterra e primo piano? C’è il progetto che prevede ristrutturazione, ampliamento, creazione di una piazzetta con ingresso da via Museo. Fantastico, tutto questo però è solo sulla carta, perché non ci sono i soldi. In realtà si sarebbero potuti trovare vendendo ad esempio l’area di via Alto Adige, non si è fatto nulla: e oggi c’è un “buco” tra il palazzo della Camera di commercio e quello dei privati che contribuisce ad aumentare il senso di abbandono di via Alto Adige.

Le scuole. E l’operazione von Aufschnaiter che fine ha fatto? Altra vicenda caratterizzata da fiumi di chiacchiere. Di concreto c’è che l’edificio di via Cassa di Risparmio non è mai stato ristrutturato e la scuola nuova non è mai stata costruita.

In via Resia il cantiere degli alloggi protetti per anziani - anche questi annunciati più volte - è fermo, mentre quello del maneggio non è neppure mai partito. La struttura immersa nel verde della campagne di Bolzano è chiusa da mesi: possono accedervi solo i proprietari dei cavalli, non i bambini che frequentavano la scuola di equitazione. Forse, i lavori partiranno in autunno. Le cose non vanno meglio, anzi, neppure guardando alle opere promesse più volte dalla Provincia e questo la dice lunga sulla capacità del capoluogo di far valere la propria voce: dal Polo bibliotecario al completamento della variante alla statale 12 ci sono solo annunci. L’ultimo, quello del vicepresidente Christian Tommasini che si è impegnato a trovare le risorse. In che tempi? Meglio non chiederlo.

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