BOLZANO

Deeg ai provinciali: «Qui A Bolzano state meglio che altrove»

L’assessora: solo il capoluogo dal 2011 ha pagato scatti di anzianità per 42 milioni. «Potremo aggiungere qualche milione, ma la parte normativa è più urgente»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’assessore provinciale al personale Waltraud Deeg sa bene che il rinnovo del contratto dei provinciali (35 mila persone) è una patata bollente. E per questo pesa le parole, cercando di usare più la carota che il bastone. La trattativa si è subito interrotta per l’irrigidimento dei sindacati: «Non vogliamo l’elemosina: abbiamo chiesto 80 milioni di euro (i contratti erano fermi dal 2010 ndr) e ce ne sono stati offerti 15. Una proposta inaccettabile».

Deeg, però, ci tiene a mettere subito i puntini sulle “i”: «Qui, in provincia di Bolzano, abbiamo pagato, dal 2011 ad oggi, 42 milioni di euro di scatti di anzianità, legati anche al rendimento. So che ad ogni singolo dipendente non resta poi molto in tasca ma per l’amministrazione è un esborso importante. Altrove non è successa la stessa cosa».

Assessore Deeg, i sindacati non hanno apprezzato che alla trattativa si sia presentato solo il direttore generale Staffler. Lei ha preferito non esserci.

«Non è una questione di preferire o meno. La giunta provinciale, come ha sempre fatto finora, fissa linee e strategie e poi tocca ai funzionari condurre le trattative. Mi pare che sia una scelta di campo piuttosto chiara».

Vuol dire che lei non tornerà al tavolo nemmeno dopo la rottura decisa dai sindacati?

«Non vedo perché dovrei. Ai sindacati ho spiegato che la cifra di partenza raramente è quella che viene corrisposta alla fine della trattativa».

Già, ma in questo caso la forbice tra domanda e offerta è abissale: da 15 a 80 milioni c’è davvero un abisso...

«Immagino, e ritengo sia ragionevole, mettere sul piatto qualche milione in più rispetto ai 15 inizialmente preventivati ma non ci saranno – di sicuro – ritocchi nell’ordine di decine di milioni. E bisogna prenderne atto».

Ha già discusso del brusco stop alle trattative con il resto della giunta provinciale?

«No, ma lo farò presente ai colleghi nella seduta odierna. Riferirò dell’esito, negativo, dell’incontro avuto tra il direttore generale Staffler e i sindacati».

Le ha dato fastidio che i sindacati abbiano parlato di una «mancia inaccettabile», di «una semplice elemosina»?

«Ai sindacati dico che dovrebbero concentrarsi, oltre che sulla parte economica, anche su quella normativa. Perché ci sono molte questioni importanti da chiarire e affrontare a breve».

Quali questioni vanno risolte, a suo avviso, prima di trovare l’intesa sugli adeguamenti salariali?

«Ce ne sono moltissime: dai contratti part-time da prolungare oltre la soglia dei tre anni ai congedi parentali, dal patto generazionale al contratto di intercomparto. Ma l’elenco è ancora lungo...».

I sindacati sostengono che ora tocchi alla Provincia fare la prossima mossa, perché la prima proposta è stata bollata come irricevibile. Cosa risponde?

«Vorrei semplicemente invitarli ad un tavolo per discutere. Della parte economica e della parte normativa. Rompere le trattative non serve a nessuno. Bisogna imparare a parlarsi anche se le posizioni di partenza non sono vicinissime».

Conta di chiudere la trattativa? Quante chance ci sono da zero a cento?

«Sono ottimista di natura, ma non ho la palla di vetro».

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