IL CASO

Despar, non si accettano più i buoni pasto 

Stop in 12 dei 14 punti vendita della città. Hillebrand: problemi gestionali. Confesercenti: giusto spenderli in bar e ristoranti


di Davide Pasquali


BOLZANO. Dodici dei quattordici punti vendita Despar della nostra città da martedì 5 febbraio non accetteranno più buoni pasto. Non alcuni tipi di buoni pasto, di certi emittenti considerati poco affidabili, ma proprio tutti. Idem accadrà in due dei sei Eurospar. «Diverse problematiche di gestione ci hanno spinto a scegliere alcuni punti vendita strategici dove daremo la possibilità di pagare con questi buoni pasto», spiega il responsabile regionale di Aspiag, Robert Hillebrand. Plaude all’iniziativa il direttore di Confesercenti, Mirco Benetello: «Si va nella direzione giusta: i buoni pasto si dovrebbero spendere in pausa pranzo nei pubblici esercizi: bar, ristoranti ecc.».

Al Despar di corso Libertà alle casse sta affisso un cartello: “Dal 5 febbraio in questo punto vendita non si accettano più i buoni pasto”. Le commesse non sono informate sulle motivazioni della decisione, però hanno ricevuto qualche feedback dalla clientela: pare siano coinvolti anche altri punti vendita Despar in città. «Manterremo il servizio dei buoni pasto nei punti vendita di via della Rena e via Amba Alagi», precisa Hillebrand. Ergo, oltre a corso Libertà, niente buoni pasto in piazzetta Anne Frank, in via Bari, in via Bottai, in via Claudia Augusta 51 e 111, in via Cesare Battisti, in via Cavour, in via Crispi, in via Palermo, in via Parma e in viale Druso. I buoni pasto verranno accettati negli Eurospar di via Galilei, via Roma, via Museo e viale Druso - ma non in via Resia e in via Palermo - e all’Interspar di via Buozzi.

«La gestione dei buoni pasto non è sempre facile», chiarisce Hillebrand. «Ci sono diversi interlocutori, vari emittenti dei buoni pasto, la gestione non è uniforme, le procedure differenti. Abbiamo deciso di togliere il servizio dai punti vendita piccoli e piccolissimi, dove magari ci sono due sole casse e dove il pagamento con i buoni pasto può creare disservizi che si ripercuotono sul resto della clientela».

Ufficialmente il gruppo Aspiag non dice di più, ma è noto come da diverso tempo siano in aumento le difficoltà nei rapporti di pagamento da parte di alcune società che emettono i buoni pasto. Lo hanno più volte fatto presente gli esercenti della nostra città. Le commissioni poi sono sempre più elevate, ormai hanno raggiunto anche il 12%. Se stiamo parlando di prodotti venduti in offerta o addirittura sottocosto, si tratta di un aggravio davvero molto pesante. In più, da inizio anno ad aggravare la situazione è arrivata anche la nuova fatturazione elettronica. Ai gestori, siano essi ristoratori baristi o supermercati, viene chiesta una commissione mensile per l’emissione di ciascuna fattura, da 5 a 8 euro. Insomma, è altamente probabile che per i supermercati il gioco, ormai, non valga più tanto la candela.













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