Dieci mesi in camper “In sei in un cortile attendendo una casa”

Una famiglia ha vissuto in un caravan a Laives «Trovato alloggio grazie a due angeli, ricorderemo il gelo»


di Alan Conti


LAIVES. A volte cambiare vita richiede di pescare a piene mani nel cesto del coraggio. Questa è la storia di un uomo e di una famiglia che ha fatto della dignità nella difficoltà una bandiera. Issata su un camper per dieci mesi perchè trovare una casa in Alto Adige non è assolutamente facile per chi arriva da fuori. E per fuori non si intende altri Paesi, basta varcare il confine provinciale. Lo scorso febbraio Carlo (nome di fantasia per tutelare i minori della sua famiglia) arriva a Bolzano per scappare dalle difficoltà occupazionali del Meridione. E' fotografo professionista, ma nemmeno alle nostre latitudini si riesce sempre a trovare l'occupazione dei sogni e delle passioni. A Carlo va anche bene afferrando un posto nel settore edile collegato agli appalti provinciali.

A quel punto Carlo decide di farsi raggiungere dalla famiglia: una bella truppa formata dalla moglie, tre figlie e un genero. In tutto sei persone: un numero non semplice da coniugare con un affitto a prezzo ragionevole. Carlo comincia la ricerca partendo dalle insidie del mercato privato e bussando alle porte delle agevolazioni sociali. «Purtroppo non avendo già la residenza è stato impossibile ottenere qualcosa dall'Ipes, anche se devo ammettere che all'interno delle amministrazioni e delle forze dell'ordine ho trovato persone comprensive e gentili». Nel frattempo, però, in qualche modo bisogna vivere e la casa della famiglia napoletana è un vecchio camper di proprietà. «Ci siamo piazzati in zona Vurza a Laives, nell'attesa di trovare una soluzione abitativa». In sei dentro il caravan. “Più il cane. Non dimentichiamo il cane che è stata la nostra sicurezza» ride. Dieci mesi in un'area di sosta non sono, però, una passeggiata. «L'aspetto più difficile è stato il freddo perchè le temperature dell'inverno altoatesino non sono semplici da affrontare. Certo, non è stato un anno particolarmene rigido, ma si trema lo stesso. Garantito». Il camper ne ha risentito. “Sì, a un certo punto si è rotto smettendo di essere mobile. Ovviamente non avevamo i soldi per aggiustarlo e comunque portarlo in officina significava rimanere tutti senza un tetto». Ci sono, però, anche diversi sorrisi in un racconto di sfide complicate. “Abbiamo fatto amicizia con molti residenti dei palazzi intorno. Eravamo un po' i guardiani della zona avendo un occhio fisso su tutti i cortili». Trovare un alloggio, però, rimane comunque complesso. Fino al raggio di luce di qualche giorno fa: «Alcuni conoscenti ci hanno presentato una coppia di coniugi che non esito a definire degli angeli. Ci hanno messo a disposizione un alloggio ad affitto calmierato. Anzi, tarato sul mio stipendio». Scusi Carlo dov'è? “In provincia di Trento. Facciamo i pendolari però mi creda: è l'ultimo dei problemi”. Ci crediamo.

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