Dimezzata la pattuglia autonomista: timori Svp 

Huber chiede chiarimenti alla Stella alpina: arriviamo sereni alle provinciali Boschi torna a Bolzano venerdì: «Lavorerò per difendere l’autonomia»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Doppio terremoto politico. Epicentro, Trentino Alto Adige. E la classe politica autonomista cerca una nuova bussola. Il crollo del Pd di Renzi si somma alla valanga di parlamentari eletti in Trentino dal centrodestra (otto su dieci, di cui 5 leghisti) e dal Movimento 5 Stelle (Riccardo Fraccaro). Dell’antica alleanza si salva solo Emanuela Rossini, eletta grazie alla lista Svp-Patt.

Il 23 marzo, prima seduta del nuovo Parlamento, la pattuglia autonomista, senza i trentini di Pd, Patt e Upt, sarà dimezzata rispetto al passato. E sarà tutta a trazione Svp, con i Pd Gianclaudio Bressa e Maria Elena Boschi. «Scenario difficile, ma anche interessante. Potrà portare a situazioni nuove»: così Dieter Steger, neo senatore della Svp, riassume la situazione. E dice tanto. Perché la Svp, come il Pd, aspetta di capire se arriverà un governo del centrodestra o del M5S e cosa fare.

IL GRAZIE DI BOSCHI. Dopo due giorni di silenzio, travolta dalla crisi del Pd, ieri si è fatta viva Maria Elena Boschi per un ringraziamento ai bolzanini che l’hanno eletta. Il suo messaggio arriva via tweet e via facebook: «Ringrazio i 37.793 elettori di Bolzano e della Bassa Atesina che domenica mi hanno dato la loro fiducia: sarà un onore poterli rappresentare in Parlamento». E ancora: «Sono state settimane impegnative, ma anche belle in cui ho cercato di conoscere ancora meglio l’Alto Adige: un territorio che è un ponte tra Italia e Europa e in cui convivono diverse culture rappresenta un esempio e una ricchezza per l’intero Paese. Un grazie speciale agli amici della Svp: sarà bello lavorare insieme al rafforzamento dell’autonomia dell’Alto Adige. La sconfitta nazionale brucia. Proprio per questo saremo coerenti e staremo all’opposizione come i cittadini ci hanno chiesto. In campagna elettorale abbiamo detto no al governo degli estremisti. Adesso tocca a loro, noi staremo all’opposizione». Venerdì Maria Elena Boschi tornerà a Bolzano per un incontro pubblico con gli elettori. «Parleremo anche di politica, perché Maria Elena Boschi e Bressa avranno un ruolo decisivo per difendere la nostra autonomia a Roma, se arriverà un governo ostile», anticipa il segretario Alessandro Huber, «Incontreremo anche la Svp per discutere di come chiudere serenamente la legislatura provinciale, vista la incertezza dopo le politiche, e come arrivare senza scossoni alle provinciali». Con il Parlamento che svolta a destra e una Lega cresciuta domenica di 23 mila voti in Alto Adige (rispetto alle politiche 2013) il Pd vuole rassicurazioni dalla Svp. Nel caso spuntasse la tentazione di dare qualche colpo a destra in Provincia. Maria Elena Boschi era partita lunedì mattina da Bolzano per raggiungere a Roma Matteo Renzi per la lunga riunione che ha preceduto l’annuncio delle (future) dimissioni da segretario Pd. Nei retroscena di Repubblica si legge che Maria Elena Boschi «ha raccontato di avere pianto “non per la maldestra perdita di uno scudetto, e neppure perché finisce il sogno politico di questo Pd e della sinistra dei quarantenni, ma perché finisce un mondo che è fatto di letture e buone maniere, di educazione e di civiltà”». Boschi, come Renzi, guida la linea: nessuna alleanza il Pd vada all’opposizione. C’è chi spinge per aprire al M5S. «No, opposizione», dice Huber.

LA SVP ALLA FINESTRA. Alleata di un Pd sconfitto, priva dei tradizionali alleati trentini, la Svp sta alla finestra, consapevole che «maggiore è l’instabilità, maggiore è la possibilità di influenzare il quadro» (così Francesco Palermo ieri alla Rai). Al momento giusto, potranno pesare i suoi voti al Senato, anche se non saranno più i 19 dell’irripetibile Gruppo per le autonomie di Zeller. La Svp è già oggetto di corteggiamenti? «Niente di ufficiale, i contatti personali tra colleghi ci sono sempre», risponde il deputato Manfred Schullian. «Senza trentini autonomisti il nostro ruolo di baluardo sarà ancora più importante», dice Steger, «Ci sono le possibilità di parlare con i gruppi per convincerli che l’Autonomia serve anche all’Italia, non solo a noi. La squadra dimezzata è un problema, ma è inutile piangerci sopra. Dovremo trovare le forze con cui dialogare». Lega o M5S? «Noi parliamo solo con i moderati», risponde Steger. Pragmatico Schullian: «Stiamo per iniziare la navigazione in acque nuove. È una sfida anche per noi. Se si andrà a un mandato esplorativo al M5S, parleremo con loro. Il problema è che non si conosce la loro reale posizione verso l’autonomia». E la Lega? Così Schullian: «Dovrebbero essere autonomisti per definizione, ma con Salvini hanno abbandonato le loro radici culturali. Vedremo se recupereranno le loro radici».

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