DISASTRO FERROVIARIOLa Procura sequestra documentie computer a consorzio e ferrovie

La Procura della Repubblica ha acquisito agli atti alcuni documenti tecnici ricavati dagli archivi della «Sba» («Südtiroler Bahnanlagen» cioè «Infrastrutture Ferroviarie Alto Adige») sulle valutazioni di carattere geologico di tutta la linea ferroviaria della valle. E' il primo passo dell'inchiesta sul disastro della Val Venosta, in attesa delle risposte dei periti sulle cause della frana
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BOLZANO. Sino ad oggi la Procura della Repubblica ha espresso considerazioni rassicuranti sul fronte delle possibili responsabilità di qualche ufficio provinciale in relazione alla sciagura ferroviaria della val Venosta. «Al momento - ha ripetuto anche l’altro giorno il procuratore capo Guido Rispoli - non c’è nulla che possa indurre a iscrivere sul registro degli indagati i responsabili della linea ferroviaria».
 L’impressione, però, è che sia solo una questione di tempo e di ordine nella fase di avanzamento dell’inchiesta. Lo dimostra l’improvvisa decisione degli inquirenti di acquisire agli atti alcuni documenti tecnici ricavati dagli archivi della «Sba» («Südtiroler Bahnanlagen» cioè «Infrastrutture Ferroviarie Alto Adige») sulle valutazioni di carattere geologico di tutta la linea ferroviaria della valle.
 E’ vero che la Provincia altro non fece (in tema di percorso) che rilevare la linea abbandonata dalle Ferrovie italiane nel 1990. Ma è anche vero che nel momento in cui venne decisa la riattivazione della tratta ferroviaria da parte provinciale era sicuramente compito dei nuovi responsabili valutare in maniera adeguata la sicurezza di tutta la tratta anche sotto il profilo geologico. Tra il resto il punto ove è avvenuta la tragedia era stato sempre considerato uno dei più pericolosi al punto che le Ferrovie italiane ne avevano disposto il controllo costante da parte dei cosiddetti «guardamassi» in servizio a piedi lungo la linea ferrata.
 Proprio sulla base di queste considerazioni ieri i carabinieri hanno acquisito documentazione tecnica, considerata importante anche dai tre consulenti universitari che oggi cercheranno di simulare quanto avvenuto nel momento della sciagura.
 In questo momento il fronte delle indagini è doppio. Da un lato la Procura intende ottenere dai periti una valutazione scientifica sulla causa prima del disastro, dall’altra si inizia anche a valutare le decisioni professionali dei responsabili tecnici della nuova linea ferroviaria della Venosta.
 Ieri intanto una pattuglia di carabinieri ha prelevato il computer della sede di Silandro del consorzio agricolo di bonifica della valle, chiamato in causa per l’impianto di irrigazione (difettoso) del meleto sovrastante la massicciata ferroviaria. Gli inquirenti hanno ritenuto necessario procedere al sequestro perchè nel computer sono annotati i dati sull’utilizzo di tutti gli impianti di irrigazione gestiti dal consorzio stesso nella valle. Si tratta dunque di dati molto importanti per valutare quanta acqua, fuoriuscita dalla valvola difettosa dell’impianto, abbia provocato lo smottamento e di conseguenza la sciagura. Gli esperti informatici dei carabinieri avrebbero anche già verificato, su disposizione specifica del procuratore Rispoli, se i dati inseriti e memorizzati potessero in qualche maniera essere stati modificati nelle ore immediatamente successive alla tragedia. In realtà non è stata rilevata traccia di azioni di questo tipo a dimostrazione che gli inquirenti si stanno muovendo in un contesto di assoluta trasparenza e collaborazione, pur nella consapevolezza della gravità di quanto avvenuto. «Questo è un elemento che metto in rilievo volentieri - ha commentato ieri sera il procuratore Guido Rispoli - è possibile che in tutta questa vicenda qualcuno possa aver sbagliato ma nessuno si sta comportando in malafede o addirittura in termini criminali, magari intralciando il corso della giustizia». Trasparenza e collaborazione, dunque, in attesa di conoscere la verità. 













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