Discarica di Firmiano, la bonifica non parte

Rimpallo di responsabilità fra Comune e Provincia. Se ne parla da nove anni Intanto il municipio si mette alla ricerca di un gestore per tennis e bar


di Davide Pasquali


BOLZANO. Due soli dati sono assolutamente certi: si tratta di una bomba ambientale e al momento attuale nessuno è in grado di dire quando inizierà il definitivo disinnesco, né il Comune né la Provincia. Stiamo parlando della vecchia discarica sotto Castel Firmiano, sopra la ciclabile per Appiano, in corrispondenza di ex campo nomadi ed ex tennis. Le prime indagini geo-ambientali risalgono al 2008, nel 2015 si era annunciato in pompa magna l’imminente avvio dei lavori, dopo che i grillini avevano fatto scalpore facendo analizzare i percolati contenenti arsenico. Non è ancora successo niente. Piuttosto curioso, dunque, che nei giorni scorsi il Comune abbia pubblicato un annuncio di un’indagine di mercato volta a scoprire se qualcuno potrebbe essere interessato a gestire tennis e bar. Come mai adesso? Visto che prima della fine della bonifica, non ancora iniziata, l’area non potrà essere utilizzata? Per fare chiarezza il sempre attento consigliere comunale di Unitalia Marco Caruso ha presentato un’interrogazione urgente alla giunta comunale. Si attende una risposta al massimo nel giro di due settimane.

A interessarsi, con insistenza, dell’area, per anni è stato un gruppo di cittadini. Supportati prima da Forza Italia poi da Movimento 5 Stelle e da Alto Adige nel cuore. La pressione sul Comune, retto allora dalla giunta Spagnolli, era stata forte e si era dovuti intervenire, dopo anni di palese sottovalutazione del problema. Bonificare tutto e a modino rimuovendo i rifiuti pericolosi avrebbe significato spendere un centinaio di milioni di euro. E così, visto che né Comune né Provincia avevano a disposizione fondi a sufficienza, si era deciso per un piano B, da circa 6 milioni di euro. Il sito della vecchia discarica di Firmiano era stato utilizzato negli anni Cinquanta e Sessanta per il deposito di macerie della Bolzano bombardata e di rifiuti industriali provenienti da Bolzano Sud. Negli anni Ottanta e Novanta il sito era stato destinato all’attività sportiva del tiro al piattello e successivamente, dal 1996 al 2003, adibito a sistemazione provvisoria di 33 famiglie rom. Nel corso degli anni, lassù erano stati abbandonati rifiuti residui di ogni genere. Il sito era stato riconsegnato nel 2013 al Comune, che però già negli anni 2008-2009 aveva effettuato indagini geo-ambientali per redigere il piano di caratterizzazione ambientale dell’area contaminata. Come si vede nell’immagine qui sopra, al di là dei particolari tecnici, la situazione è pesante. Dove c’è il giallo, il terreno in profondità è mediamente inquinato. Dove è rosso è pesantemente inquinato. Tanto da aver messo a rischio la falda acquifera di Frangarto.

Nel giugno del 2013 la giunta comunale si era espressa su quale tipologia di bonifica adottare: messa in sicurezza permanente con parziale spostamento di rifiuti, tramite incapsulamento del corpo della discarica. Dopo la riconsegna da parte di Assb, a seguito della forte pressione mediatica, erano state effettuate indagini integrative - geotecniche, geofisiche, chimiche, merceologiche e sui gas interstiziali - al fine di elaborare il progetto preliminare di bonifica, consegnato alla Provincia nel 2014. Nel 2015 si doveva esperire la gara per la direzione lavori, nel 2016 avviare i lavori, nel 2017 finirli. E invece, non si è ancora partiti.

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