Disturbi di apprendimento per quasi duemila studenti

L’ispettore all’inclusione Gullotta: «Accertamenti in aumento del 10 per cento» Tra i percorsi virtuosi i laboratori di «Canalescuola» frequentati da 110 alunni


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Gli studenti altoatesini con «bisogni educativi speciali» sono saliti a quota 1.782, ma se ad essi aggiungiamo le 205 nuove richieste presentate dalle scuole sfioriamo quota duemila su un totale di 18.705 iscritti. «Una cifra importante - spiega Vincenzo Gullotta, ispettore per l’inclusione della scuola italiana - e che conferma la nostra grande attenzione sul tema. Il numero degli accertamenti è aumentato del 10 per cento. Per quanto attiene più specificatamente i «Dsa» (i disturbi di apprendimento ndr) siamo in linea con la media nazionale». Gli studenti «diversamente abili» sono 386 e la presenza maggiore si registra alla scuola primaria (155), mentre scende via via alle medie (90) e alle superiori (79). Gli alunni con gravi disturbi di apprendimento, che devono essere necessariamente seguiti da docenti di sostegno, sono 382 con la scuola primaria (166) e la scuola secondaria di primo grado (153) a fare la parte del leone. «I docenti di sostegno che seguono questi ragazzi - spiega Gullotta - sono 66 alla scuola primaria, 49 alle medie e 30 alle superiori. È chiaro che se dovessero essere accettate tutte le nuove domande dovremmo aumentare il contingente in pianta organica fin dal prossimo anno scolastico». Tra i percorsi virtuosi per sostenere e recuperare i ragazzi ci sono i laboratori di «Canalescuola», che mirano a fornire agli alunni un metodo di studio personale ma anche le basi per sfruttare al meglio le potenzialità degli strumenti tecnologici compensativi. Particolarmente gettonato il laboratorio «Aiutami a fare da solo» che prevede sia attività individualizzate che di gruppo. «Questi laboratori - spiega Gullotta - sono frequentati da 110 ragazzi tra i 9 e i 14 anni. E, nel corso degli anni, hanno dato risultati di assoluto rilievo».

Il convegno sui disturbi di apprendimento che si è concluso ieri all’Eurac era dedicato invece alle specifiche difficoltà degli alunni con background migratorio, ma in realtà sono stati riscontrati problemi anche per studenti altoatesini bilingui. «Il passaggio continuo da una lingua all’altra - sottolinea l’assessore provinciale Christian Tommasini - per qualcuno si è rivelato un problema». Tornando agli immigrati di seconda generazione Tommasini ha spiegato che «la società fatica a costruire rapporti con i ragazzi con background migratorio». I centri linguistici svolgono un ruolo importante in questo processo. «Il successo formativo è fondamentale per l’integrazione, ma anche per l’inclusione sociale. E questa è una delle priorità delle nostre scuole».

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