Don Bosco piange Giovanni Zago quando correva il rione si fermava

Don Bosco è in lutto, dopo una brevissima malattia è scomparso Giovanni Zago. Aveva 76 anni ed era conosciuto per il suo negozio di biciclette in via Resia e per la sua carriera tra i dilettanti negli anni Cinquanta



BOLZANO. Don Bosco è in lutto, dopo una brevissima malattia è scomparso Giovanni Zago. Aveva 76 anni ed era conosciutissimo per il suo negozio di biciclette in via Resia e per la sua carriera di corridere tra i dilettanti negli anni Cinquanta. Una vita dedicata alla sua grande passione: la bici. «Si può dire che sono nato in sella - ricordava con orgoglio poc tempo fa nel suo negozio di via Resia-. Ho iniziato a fare gare a 16 anni e ho smesso solo quando mi sono sposato. La mia famiglia è originaria del Polesine, siamo arrivati a Bolzano dopo la guerra. I primi tempi abitavamo al campo di concentramento. Nel 1950 mio padre ha messo su una bottega di biciclette in via Milano. Io lavoravo con lui». Giovanni, intanto ci dà dentro: si allena come un matto e diventa il più forte corridore della sua generazione. Si fa onore tra i dilettanti, dove si batte contro i trentini: «Ho continuato a pedalare fino ai 26 anni - raccontava -. Ero in squadra con Aldo Moser, poi lui è passato professionista, io mi sono fermato. L'Atala mi aveva fatto una proposta. Ho parlato con mio padre. "Se passi professionista - mi ha detto - la bottega chiude, da solo non ce la faccio". A quei livelli era impossibile continuare a fare tutte due le cose». Insomma, bottega o ciclismo: «Ho scelto la bottega. E la famiglia: mi sono sposato». La febbre per le due ruote negli anni'50 coinvolgeva tutta Don Bosco: «Ricordo i primi circuiti alle semirurali e in via Resia: la gente si accalcava intorno. Era pieno così. E tutti mi incitavano a dargliele... ai trentini. Soddisfazioni me le sono tolte, ho vinto parecchie gare, e mi hanno fatto anche i provini per i mondiali». Dal punto di vista sportivo, il ricordo più dolce per Giovanni Zago era quello del Giro d'Italia che arriva a Bolzano e porta Fausto Coppi. «Noi dilettanti abbiamo fatto l'intrattenimento sulla pista del Druso. Poi è arrivato Fausto. Una leggenda». Con la squadra di Coppi, Zago ha passatt anche molti giorni in ritiro. «Mi allenavo con la Bianchi in Riviera. Il campionissimo era semplice e alla mano». Intanto, con gli anni, la bottega diventa uno dei negozi più importanti a Bolzano per gli amanti della bicicletta. Una tradizione di famiglia portata avanti oggi dal figlio Alessandro. Zago amava dire: «La cosa più bella è che la mia passione sia diventata anche il mio lavoro».













Altre notizie

Attualità