Doppio passaporto in aula Mozione soft di Lega e M5s 

Passa il documento della maggioranza: «Sarebbe un rischio». Salvini: «Decide l’Italia» Biancofiore e Urzì: «Testo debole e ridicolo». Schullian (Svp): «Solo nazionalismo»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Il doppio passaporto è un «rischio» per il gruppo italiano. Così la maggioranza di governo M5S–Lega prende posizione alla Camera. È stata approvata una mozione che si smarca dal progetto del governo austriaco, senza alzare troppo la voce. Bocciate le mozioni di Forza Italia e Fratelli d’Italia, assai più dure. E bocciata anche la mozione del Pd (primo firmatario Gennaro Migliore, seguito da Maria Elena Boschi) che sfumava i toni del centrodestra ma impegnava il governo «ad adottare ogni iniziativa utile sul piano politico e su quello diplomatico al fine di prevenire in ogni modo, e scongiurare il rischio di iniziative unilaterali, potenzialmente capaci di rinfocolare nuovi nazionalismi o particolarismi». Intervistato dall’austriaco «Die Presse» il vicepremier Matteo Salvini ha ribadito ieri che sui passaporti nel territorio italiano «decide l’Italia», nonostante i buoni rapporti che corrono a livello internazionale tra Lega e Fpö.

La deputata Michaela Biancofiore (Forza Italia), che in aula ha sfoggiato un tricolore intrecciato alla bandiera provinciale, accusa: «È passato un testo ridicolo, che smentisce la severa posizione del ministro Moavero». Sul polo opposto la Svp, che non ha partecipato al voto perché tutte le mozioni, dice il capogruppo Manfred Schullian «sono piene di pregiudizi e nazionalismi». È firmata da Francesco D’Uva (M5S) e Riccardo Molinari (Lega) la mozione approvata, l’unica ad avere ottenuto parere positivo del governo. Va ricordato che sul doppio passaporto il governo è talmente contrario e irritato per il modus operandi austriaco, da avere annullato il viaggio a Vienna del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. In aula era presente il sottosegretario agli Esteri Ricardo Antonio Merlo, che si è limitato a indicare il parere favorevole o contrario del governo sulle mozioni. Questa la parte impegnativa del testo approvato, votato solo da M5S e Lega: il governo viene impegnato «a ribadire, anche nelle sedi dell'Unione europea, i rischi potenziali che potrebbe comportare, per la popolazione di lingua italiana, un'eventuale approvazione della legge austriaca sulla concessione della cittadinanza e del passaporto ai cittadini dell'Alto Adige» e a «difendere il modello di autonomia e convivenza pacifica instaurato in Alto Adige». Per la Lega ha parlato, tra gli altri, il bolzanino Filippo Maturi: «Ritengo che le posizioni del cancelliere austriaco siano una mera campagna elettorale, che va a danneggiare l'equilibrio che si è andato a formare tra la popolazione di madrelingua italiana e quella tedesca e quella ladina sul nostro territorio, che ha portato tanti benefici sia da un punto di vista sociale, che economico. Come si è già espresso il vicepremier Matteo Salvini, noi siamo contrari a questa posizione e rimaniamo su questa linea».

Così Elisa Siragusa (M5S): «Dobbiamo tutelare la nostra Costituzione, i nostri principi di unità e indivisibilità dello Stato, rimarcando le rovinose conseguenze che l'approvazione di tale legge austriaca potrebbe causare alla popolazione di lingua italiana». Michaela Biancofiore, prima firmataria della mozione forzista, ha contestato Lega e M5S: «Il cancelliere austriaco è venuto a fare campagna elettorale per un partito dell'arco costituzionale italiano in Italia, e nessuno di voi si batte il petto né si preoccupa di questa cosa». Toni duri anche da Fratelli d’Italia con, tra gli altri, Francesco Lollobrigida. Maria Elena Boschi ha rivendicato l’obiettivo del Pd: enfatizzare il valore dell’autonomia, ma, ha detto, «la responsabilità maggiore nel suscitare aspettative che non potranno essere mantenute, aspettative per una parte della popolazione, è dello stesso governo austriaco». Schullian ha salutato in tedesco e citato Guccini: «La nostra terra vive una realtà di civile convivenza. Proprio per il rispetto che si deve a questi principi, non parteciperemo al voto. Non è spirito di secessionismo, ma l'orgoglio di una minoranza che non ha intenzione di rinunciare alla propria identità. E su questa identità non incide un passaporto in più o in meno. Al collega Luca De Carlo, che ha citato la poesia Cima Vallona di Francesco Guccini, rispondo con “L'avvelenata”, sempre di Guccini: “Di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo…”. Vielen Dank».

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