Downhill, un giro di vite sui sentieri

La Provincia studia i divieti. Cai e Avs: «Ogni giorno si rischiano incidenti. Servono percorsi separati per chi va a piedi»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Gli escursionisti salgono, zaini e scarponi, i ciclisti del Downhill scendono di corsa. Ogni curva, è una scommessa. Gli appassionati di Downhill sono sempre più numerosi . Le associazioni alpinistiche sul piede di guerra. La Provincia studia i divieti, prima che arrivi un incidente grave.

«I più educati in curva rallentano o smontano dalla bicicletta, magari gridano “attenzione”, ma intendiamoci, si parla di una minoranza. La realtà è che questa convivenza pericolosa con il Downhill è durata anche troppo. Sui sentieri in cui si cammina, non si può andare in bicicletta»: così Georg Simeoni, presidente dell’Avs, riassume la guerra dei sentieri. Il segnale che la misura sia colma è arrivato proprio dall’Avs di Bolzano, che ha deciso di non curare più la manutenzione del sentiero n.4 del Colle. I volontari lavorano, le biciclette con qualche passaggio distruggono tutto. Ma non si può criminalizzare chi pratica il Downhill, disciplina che muove appassionati locali e turisti. «Si allestiscano piste solo per la bicicletta, così si superano i problemi di sicurezza e ci sarà qualcuno delegato alla manutenzione», dice Simeoni. Ne ha discusso questa settimana la maggioranza comunale. La decisione è di studiare la realizzazione di una pista per Downhill a Bolzano, probabilmente proprio sul Colle. Sebastian Seehauser (Svp) è tra i favorevoli: «C’è un importante indotto turistico che si può sfruttare per l’economia cittadina». Tra le mete più battute per il Downhill c’è la rete dei sentieri attorno a Bolzano, la Plose e la Val Pusteria. A Plan de Corones è stato aperto il primo downhill trail ufficiale.

DIVIETI ALLO STUDIO. Le biciclette possono utilizzare i sentieri? La questione è fumosa. «La legge provinciale parla di strade forestali, dove le biciclette sono ammesse», riferisce Claudio Sartori, presidente del Cai Alto Adige, «Sui sentieri c’è più incertezza dal punto di vista giuridico, ma non può esserci nei fatti. È pacifico che dove ci sono gli escursionisti non possono esserci le biciclette». La Provincia è al lavoro per mettere ordine nella materia. Il presidente Arno Kompatscher e l’assessore Arnold Schuler hanno incaricato Klaus Unterweger (direttore del dipartimento Agricoltura, foreste, Protezione civile e Comuni) di coordinare un tavolo di lavoro su tutta la mobilità ciclabile, che al momento coinvolge Comunità comprensoriali, Comuni, tecnici provinciali del settore strade e foreste, università (Management del turismo) e Idm. Il gruppo verrà allargato alle associazioni alpinistiche. «Ci dovremo occupare di molti fronti, ma la regolamentazione del Downhill e delle mountain bike avrà la priorità», anticipa Schuler, «Non dimentichiamo quanto stia diventando imponente il fenomeno delle e-bike in montagna. Non esiste un divieto vero e proprio di utilizzo dei sentieri», riferisce Schuler.

I divieti sono in arrivo. «La convivenza con gli escursionisti è impossibile», è la linea di Schuler. L’obiettivo è istituire sentieri appositi. «All’estero si è cercato di trovare delle regole, dove è possibile utilizzare le biciclette e dove no», aggiunge. È questo il punto, riprende Simeoni: «In Austria, Germania e Trentino c’è il divieto di praticare Downhill lungo i sentieri escursionistici. È per questo che noi, privi di divieti, stiamo diventando il paradiso terrestre di chi pratica questo sport. Ma chi frequenta la montagna è esasperato e in pericolo. Le nostre richieste alla Provincia sono chiare, perché partecipiamo già ad altri gruppi di lavoro». Le sezioni regionali del Cai hanno sezioni dedicate alla mountain bike, ricorda Sartori. Il tema non è colpevolizzare uno sport, «ma garantire la sicurezza».

PASSIONE SU DUE RUOTE. L’incarico del tavolo affidato a Unterweger, che presenterà una proposta alla giunta, è più ampio della regolamentazione del Downhill. La Provincia deve programmare la mobilità su due ruote del futuro. Sulla rete ciclabile l’Alto Adige è una realtà all’avanguardia rispetto ad altre regioni italiane ma, dicono gli uffici provinciali, «il turismo su due ruote sta esplodendo, ed è un bene. Si arriverà a livello degli sciatori. Servirà una rete ciclabile più estesa e anche gli albergatori dovranno riflettere sulle infrastrutture che mettono a disposizione per questi turisti». Assestata la rete ciclabile «dorsale» da nord a sud e da est a ovest della provincia, si ragiona su piste ciclabili intercomunali in quota, con tutti i problemi che ciò comporta. Non solo turismo. «Siamo convinti che sarà sempre più sviluppata la mobilità provinciale in bicicletta dei nostri concittadini, non solo per sport», aggiunge Schuler.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità