Duce a cavallo, una scritta di 25 metri

La commissione di storici pronta a dare l’ok: oltre alla frase della Arendt un punto informativo su fascismo e nazismo


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Sarà una grande scritta. Se il bassorilievo è di 35 metri, allora non meno di venti, venticinque. Si vedrà anche di giorno e non solo di sera, illuminata. E sarà spiegata. In un punto informativo dove anche troverà posto la contestualizzazione storica della piazza, del fregio e delle scritte littorie. Così il "nessuno ha il diritto di obbedire" della Arendt apparirà in Piazza del Tribunale. È questo quello che si sta decidendo sul duce a cavallo. È di questo che discuterà tra poche ore la commissione di storici che dopo aver depotenziato la Vittoria sta tentando di restituire alla città il suo ultimo monumento divisivo. Resta solo un interrogativo. Che è tecnico, non politico. Ma che, come spesso accade in Alto Adige è talmente tecnico da diventare pienamente politico. Il problema è: in quale struttura inserire la scritta, fatta di cosa? Dice Andrea Di Michele, storico della commissione: «Non ci sarebbero stati molti problemi se la scritta avesse dovuto restare visibile solo di notte. La luce di un led sarebbe bastata. Ma l'indicazione che era emersa fin dall'inizio era stata molto chiara nei confronti di una visibilità anche durante il giorno». E dunque un vetro colorato, oppure del materiale più solido.

Ma allora: come applicarlo a tutta o quasi la lunghezza del bassorilievo senza renderla troppo invasiva? Su quali punti del manufatto apporre i sostegni per le lettere? «Va tenuto fermo il principio che il palazzo di fronte al tribunale, quello degli uffici finanziari, è parte integrante di quell'unicum che è la piazza». Ma ci dovrà essere un "segno".

Questo è l'altro punto fermo emerso nelle precedenti sedute della commissione e che la prossima ribadirà. Il punto di riferimento sarà l'anello a led tutt'intorno alla colonna del monumento alla Vittoria. Ma in piazza del tribunale non ci sono colonne e dunque la scritta dovrà essere sospesa e visibile. Altro elemento deciso è il "punto informativo". Sarà posto in uno dei lati della piazza . Ma sarà una struttura fissa e ricca di contenuti. «Perché l'idea è che vada spiegato il contesto storico e politico in cui è nato il bassorilievo col duce a cavallo ma anche la stessa scritta della Arendt, va chiarita, perché potrebbe essere equivocata. Del tipo, un invito a non obbedire a qualsiasi autorità costituita ad esempio... E non è così». Infatti, “nessuno ha il diritto di obbedire” è un invito alla resistenza morale nei confronti delle dittature. E di quella nazista in particolare. Era ed è rivolta a tutti quei "volonterosi " servitori del regime hitleriano che, nascondendosi dietro un generico è inevitabile dovere dell'obbedienza, creavano per se stessi e per gli altri gli alibi per giustificare qualunque nefandezza. È in questo passaggio che la frase della Arendt va a colpire nel nucleo la follia del fascismo mussoliniano ma, ed è questo il cuore dell'operazione, tocca e fa riflettere anche sulle contraddizioni della storia sudtirolese. Dove vaste componenti della popolazione di lingua tedesca furono attratte dalle sirene hitleriane senza, successivamente, fare fino in fondo un esame di coscienza rispetto ad una adesione vissuta con eccessiva naturalezza ammantandola solo di giustificazioni di tipo etnico. Il punto informativo sarà dunque il cuore dell'operazione e la scritta non sarà posta in un angolo della facciata ma coprirà quasi tutta l'estensione del bassorilievo passando proprio sopra il duce e il suo cavallo. Probabilmente con la parola "diritto".













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