Durnwalder sentito da Rispoli per 3 ore

Il governatore nega di aver fatto pressioni sugli Uffici: «Mai favorito la Stein»


Mario Bertoldi


BOLZANO. Tre ore di deposizione davanti al procuratore capo Guido Rispoli. Forse per la prima volta nella sua lunga carriera politica il governatore Luis Durnwalder si è trovato tutto sommato in una posizione giudiziaria imbarazzante, o quanto meno scomoda. Il «presidentissimo» è stato ascoltato a lungo in qualità di persona informata sui fatti, dunque in assenza di avvocato. Durnwalder non è indagato ma mai prima d'ora un'inchiesta giudiziaria era andata a raggiungere il cuore dei presunti intrecci tra politica e affari del mondo sudtirolese.

Ecco perchè la clamorosa inchiesta sul business dell'energia e sull'affare legato alla concessione rilasciata alla «Stein an Stein» (di cui ancora nessuno è in grado con certezza di indicare volti e nomi dei soci effettivi) appare sempre più un...campo minato. Nonostante ciò, Durnwalder non è mai apparso in seria difficoltà anche se la sua deposizione non è stata una passeggiata. Il presidente ha saputo rispondere a tutte le domande del procuratore e ha saputo fornire una spiegazione (si vedrà poi se credibile o meno) ad ogni sospetto alimentato dall'inchiesta.

In primo piano c'è la vicenda del messaggio anonimo fatto recapitare allo stesso Durnwalder a sostegno delle istanze della Stein, nell'ambito dei lavori della giunta provinciale. Durnwalder non si sarebbe dimostrato molto sicuro nella ricostruzione esatta di quanto avvenuto. Ha detto però di ricordare il messaggio che auspicava (con tre punti esclamativi finali) una soluzione positiva delle istanze della «Stein» la quale da qualche tempo cercava inutilmente di ottenere il via libera all'ampiamento della piccola centrale idroelettrica di Mezzaselva. Il presidente non si sarebbe meravigliato più di tanto di quell'invito (non firmato) a riconsiderare l'istanza.

«E' successo tante altre volte che i diretti interessati cerchino di fare delle pressioni» ha ricordato Durnwalder. Il quale però non ha saputo indicare al procuratore chi gli abbia materialmente consegnato la missiva anonima. «Forse Franz Pircher, forse Maximilian Rainer (all'epoca direttore di Sel, ndr)» ha detto il presidente il quale però, a specifica domanda, ha poi escluso che il documento potesse essere stato scritto dal suo amico Franz Pircher.

«Era troppo tecnico per essere stato fatto da un commercialista» ha ricordato Durnwalder. Su questo punto la Procura ha anche preso atto che lo stile e gli stessi caratteri utilizzati lo rendevano molto simile ai documenti della Sel. Durnwalder ha poi sostenuto di aver disposto (tramite la propria segreteria) l'inoltro del promemoria ad un funzionario del settore, Enrico Scarperi, che aveva firmato il parere negativo della commissione e che rimase, anche in seguito, su questa posizione.

Scarperi (già sentito dalla Guardia di Finanza) aveva già riferito anche di una telefonata di Durnwalder che avrebbe accompagnato la trasmissione del documento tecnico del quale lo stesso Scarperi rilevò che l'autore aveva avuto accesso illegittimamente a documentazione riservata dell'ufficio. Durnwalder ha detto di non poter escludere di aver fatto anche una telefonata ma ha però escluso di aver esercitato pressioni (particolare confermato anche da Scarperi): tanto è vero - ha detto il presidente - che il parere tecnico rimase negativo.

Il governatore ha poi evidenziato che è nelle prerogative della giunta adeguarsi o meno alle indicazioni degli uffici tecnici. Ecco perchè non dovrebbe creare sospetti il fatto che la giunta, nonostante il parere tecnico negativo, abbia poi deciso di approvare il progetto per la centrale. La lunga deposizione di Durnwalder (che ha lasciato gli uffici della Procura alle 21.30 di giovedì sera) non ha portato chiarezza sui protagonisti della vicenda «Stein» società che sembra nascondere gli «appetiti» di personaggi (forse pubblici) ancora nell'ombra. Su questo punto Durnwalder è stato categorico: ha detto di non conoscere ne Petra Windt, amministratrice della società «Stein an Stein».

La Procura sospetta che Rudolf Stocker, fratello dell'ex presidente di Sel, e Franz Pircher, ex revisore dei conti della stessa Sel, possano essere soci occulti della stessa «Stein an Stein Italia srl». Durnwalder ha affermato di non aver mai conosciuto nessuno: di non aver mai visto Petra Windt e di sapere nulla di eventuali soci occulti. «Franz Pircher mi ha datto di non essere socio della Stein» ha rivelato Durnwalder non sapendo però dare una spiegazione sul perchè il commercialista di Brunico (suo grande amico) abbia deciso di sottoscrivere fideiussioni bancarie per 250 mila euro. Durnwalder ha solo ammesso di conoscere Paul Thaler (ex proprietario del terreno venduto alla Stein su cui si svilupperà la centrale di Mezzaselva) il cui padre è stato presidente del Bauernbund austriaco. «Ci siamo incontrati causalmente - ha detto il governatore - abbiamo parlato di trofei di caccia e lui mi chiese un consiglio sulla possibile vendita del terreno».













Altre notizie

Il caso

Chico Forti, si avvicina il rientro in Italia: ha lasciato il carcere di Miami: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
L'ANNUNCIO Giorgia Meloni: "Chico Forti torna in Italia"

Attualità