Durp, cambia la stima del patrimonio

Varate le nuove regole per calcolare la reale situazione economica di chi chiede agevolazioni provinciali


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Cambiano le regole sulla Durp, la dichiarazione unificata di reddito e patrimonio in base alla quale vengono accordate o meno le prestazioni di welfare. La giunta provinciale ha varato ieri il nuovo regolamento, che mira a una maggiore trasparenza ed equità: entrerà in vigore dalla dichiarazione dei redditi del 2016. La Durp viene chiesta ai cittadini per accedere a una ampia serie di misure di welfare, come l’assegno regionale e provinciale per il nucleo familiare, il sussidio casa, il canone Ipes, l’assegno sul minimo vitale, le borse di studio e la retta delle case di riposo. Tra le novità più importanti c’è l’unificazione della soglia di rilevazione del patrimonio, che viene fissata a 5 mila euro. Fino ad oggi erano previsti tre livelli diversi di Durp, in base alle prestazioni richieste, da 5 mila a 100 mila euro. «Un passo importante, che chiedevamo da anni», commenta Michele Buonerba (segretario Cisl), che nei giorni scorsi ha incontrato, insieme agli altri sindacati, il presidente Arno Kompatscher e l’assessora Martha Stocker per la discussione sull’ultima versione del testo. Così anche Toni Serafini (Uil): «Bene. Le agevolazioni devono andare a chi ne ha bisogno».

«Dall’abbassamento della soglia di rilevazione a 5mila euro ci si aspetta di valutare in maniera più chiara i dati e la situazione patrimoniale dei richiedenti e di poter gestire il budget sociale a disposizione secondo un principio di maggiore equità», spiegano Kompatscher e Stocker. La soglia di rilevazione, viene precisato, non è la quota esente, ossia l'importo che non viene considerato per calcolare l’accesso alle prestazioni sociali: «Gli importi esenti restano anche in futuro collegati alla prestazione specifica e possono variare in base alle prestazioni: per alcune la franchigia può arrivare a 100mila euro, per altre a 20mila e per altre prevedere un ulteriore importo». Buonerba precisa: «Serve un ulteriore passo, ovvero un collegamento diretto tra i Caf e le banche, perché anche con la nuova normativa si resta nel campo dell’autocertificazione». Una modifica del regolamento riguarda anche la valutazione della nuda proprietà: saranno sostanzialmente dimezzate le percentuali del valore dell’immobile su cui grava un diritto di usufrutto o di abitazione che sono conteggiate ai fini Durp. Diventa più uniforme anche la valutazione del patrimonio che supera il limite di quota esente: viene conteggiata una percentuale unica del 20% per il patrimonio che oltrepassa le esenzioni previste, indipendentemente dalla consistenza della somma oltre soglia. Finora erano conteggiate due quote del 20% e del 50% del reddito sopra soglia. «In questo modo il calcolo diventa più semplice anche per gli uffici», così Kompatscher. Le modifiche al regolamento per la Durp ridefiniscono e semplificano anche il concetto di prima casa, che non rientra nel calcolo del patrimonio: verrà considerato prima casa un immobile ad uso abitativo e due parti annesse (come cantina o garage), fino a un valore Imi di 150mila euro per nucleo familiare. Finora veniva considerata una sola parte accessoria. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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