Ebola, l’Asl rassicura: «Nessun pericolo dai profughi africani»

Simeoni (Servizio Igiene): «Impossibile col virus in corpo effettuare viaggi anche di 5.000 km in condizioni al limite»



BOLZANO. Nel mondo cresce la paura per l’Ebola. Ieri in Germania è morto un dipendente Onu. Era sudanese ed aveva contratto il virus in Liberia. Il timore di un possibile contagio, al di là di ogni facile razzismo, resta indiscutibile e cresce anche in Alto Adige dove negli ultimi mesi sono arrivati centinaia di profughi da Pakistan, Iran, Iraq, Nigeria, Bangladesh, Siria ed Eritrea. Ricordiamo che alla nostra provincia viene assegnato dallo Stato circa lo 0,8% dei profughi giunti in Italia.

Joseph Simeoni, primario del Servizio Igiene e Sanità pubblica, spiega che la paura è lecita ma non giustificata: «Capisco che la popolazione possa farsi delle domande. Effettivamente gli sbarchi si susseguono e l’Alto Adige continua ad ospitare rifugiati che arrivano a Bolzano in bus e si fermano qui per un periodo più o meno lungo. Ma posso tranquillizzare... non esiste rischio Ebola». Come mai si sente di dire con assoluta sicurezza che non esiste? «Allora... i sintomi del virus sono febbre, forte mal di testa, dolori muscolari, diarrea, vomito, dolori addominali ed emorragie inspiegabili. Il periodo di incubazione (dal momento del contagio all'insorgenza dei primi sintomi) va da 2 a 21 giorni. La morte è fulminante e sopraggiunge nello stesso periodo (2-21 giorni).... è chiaro che nessuna persona contagiata potrebbe avere la forza di sopportare viaggi allucinanti anche di cinquemila chilometri in condizioni estreme. Il rischio arriva da chi arriva in aereo, non certo da questi disperati». E poi? «E poi ricordiamoci che a Lampedusa il ministero della sanità ha messo in campo controlli severi». Ma quando i rifugiati arrivano in Alto Adige vengono visitati ancora o no? E dove vengono effettuati i controlli? «Certo che vengono visitati. Si tratta di persone che spesso troviamo in condizioni fisiche critiche anche perchè hanno dovuto sopportare l’insopportabile. Li controlliamo noi dell’Ufficio Igiene o li controlla il Territorio direttamente all’ex caserma Gorio, ai Piani, dove vengono ospitati (complessivamente il centro dispone di 180 posti letto). Vi assicuro che hanno problemi di vario tipo, non certo di Ebola». I profughi ricevono duque tutti un'assistenza medica e, laddove necessario, anche un’assistenza di carattere specialistico e psicologico. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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