Edifici troppo alti: Apa contro Provincia

Gli artigiani contestano le dimensioni imposte a Bolzano Sud: «Vanno riviste altrimenti l’area resterà deserta»



BOLZANO. Se non si vuole che una parte della zona produttiva oltre via Einstein resti deserta, bisogna ridurre l’altezza dei nuovi edifici. È la richiesta dell’Apa, associazione provinciale artigiani, per evitare cattedrali nel deserto.

Per capire quello che sta accadendo bisogna porsi una domanda: quanti anni sono passati da quando si è cominciato a programmare la zona produttiva sotto via Einstein? Una vita. Colpa dei tempi della burocrazia non più compatibili con quelli di un mercato le cui esigenze cambiano rapidamente. A questo si è aggiunta la crisi che ha fatto venir meno, almeno in parte, la necessità di espansione nella nuova zona produttiva (ci sono solo le sedi di Technoalpin e Oberalp-Salewa) e ha costretto soprattutto i piccoli artigiani a rivedere al ribasso progetti inizialmente molto ambiziosi.

Questo spiega perché l'Apa chiede ora di ricalibrare i criteri imposti dalla Provincia per l'edificazione oltre via Einstein. Della delibera, che contiene oltre alle osservazioni dell’Apa anche altri rilievi mossi da Markas, Technoalpin, Progress holding, Lamafer, S.p.v. si occuperà oggi la commissione urbanistica chiamata ad esprimere un parere.

All’Apa la Provincia ha assegnato un lotto dove andranno ad insediarsi alcune aziende. Il problema è rappresentato dall’altezza imposta alle nuove costruzioni: minimo venti metri. L’esigenza è duplice: costruire in altezza per risparmiare terreno e dare uniformità alla nuova zona produttiva.

Ma per gli artigiani è troppo. E nelle motivazioni, con cui si chiede una revisione delle prescrizioni, si spiega anche il perché: «Sono diminuiti i consorziati e, a seguito della crisi, le imprese intendono spendere meno per le costruzioni, realizzando edifici più piccoli».

L’associazione rileva come “l’unitarietà delle zone produttive non deve essere obbligatoriamente determinata dalla dimensione e dall’altezza uniforme degli edifici, visto che per lacune attività risulta ingestibile la costruzione in altezza”.

Per evitare dunque che parte di via Einstein “non venga edificata in quanto le imprese non intendono assumere il rischio di grandi investimenti, dovrebbe quindi essere stralciata la previsione dell’altezza minima”. Maria Teresa Tomada (Fratelli d’Italia) si schiera con gli artigiani: «Non si possono imporre altezze incompatibili con quelle che sono esigenze e possibilità reali”. L’assessore all’urbanistica Chiara Pasquali annuncia che il Comune proporrà alla Provincia un compromesso: «L’altezza dei 20 metri si potrà chiedere sul fronte di via Einstein per dare uniformità alle edificazioni, ma dietro gli artigiani dovranno avere la possibilità di costruire quello che possono e serve realmente».(a.m)













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