Egna: badante deruba un'ottantenne

La donna filmata mentre preleva con il bancomat dell'anziana: denunciata


Massimiliano Bona


EGNA. Smascherata dalle telecamere una badante di Laives, che aveva rubato il bancomat ad un'anziana di 80 anni. La donna si era rivolta ai carabinieri perché pensava che qualcuno le avesse clonato la carta.

A dare il via all'indagine dei carabinieri è stata l'ottantenne di Egna, preoccupata dal fatto che nell'ultimo periodo le fossero spariti parecchi contanti. Dopo aver chiesto l'estratto con gli ultimi movimenti alla banca l'anziana della Bassa Atesina si era convinta che qualcuno le avesse clonato la carta. A quel punto si è fatta coraggio e si è rivolta ai militari della compagnia di Egna che - subito dopo la denuncia - hanno fatto i primi controlli. I prelievi sospetti erano almeno tre, per un ammontare complessivo di 640 euro. A quel punto i carabinieri hanno deciso di vederci chiaro ed hanno chiesto all'istituto di credito di poter vedere i filmati delle telecamere di videosorveglianza. E con grande sorpresa hanno scoperto che a presentarsi allo sportello era sempre la stessa persona. Una signora distinta, sui quarant'anni, apparentemente del posto.

All'inizio i carabinieri non si sono nemmeno sentiti di escludere che potesse essere una familiare dell'anziana, che però ha subito escluso questa eventualità. I militari della compagnia di Egna hanno deciso allora di far vedere il filmato alla vittima, che ha subito riconosciuto la sua badante. A quel punto il gioco era fatto, anche perché la quarantenne di Laives - le cui iniziali sono A.M.G.P. - non ha potuto che ammettere di essersi fatta tentare dal bancomat della sua datrice di lavoro. Le sono stati contestati tre prelievi per un totale di poco più di seicento euro.

I carabinieri hanno denunciato la donna per appropriazione indebita continuata. Tra l'altro la pena per questo tipo di reato, disciplinato dall'articolo 646 del codice penale, è particolarmente severa. Sono previsti la reclusione fino a 3 anni e una multa fino a 1.032 euro. Sono punibili tutti coloro che, per procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto, «si appropriano della cosa mobile altrui». In questo caso il giudice potrà optare per una pena più severa, in quanto il reato è stato commesso più volte.













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