Egna, fermato il “giro” della coca

Operazione dei carabinieri con un arresto, tre denunce e 60 grammi di “polvere bianca” sequestrata


di Antonella Mattioli


EGNA. Si potrebbe dire che il principale protagonista della rete di spaccio di droga, da poco assicurato alla giustizia dai carabinieri che lo hanno arrestato, denunciando contemporaneamente tre persone, si muoveva lungo l’asse della Bassa Atesina, da sud a nord, in un singolare percorso “casa - lavoro”. Lavoro illecito, visto che parliamo di spaccio di sostanze stupefacenti. E’ il succo dell’operazione portata a termine dai carabinieri della Compagnia di Egna e concretizzata nella giornata dell’altroieri. E’ stato infatti giovedì che gli uomini dell’Arma di Egna hanno concluso l’operazione antidroga convenzionalmente denominata “White Wall”, che tradotto dall’inglese sta per “muro bianco”, nome che deriva dal fatto che una delle persone interessate dalle investigazioni era solita nascondere la droga tra le fessure di un muro bianco, in prossimità della propria abitazione.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore bolzanino Igor Secco, hanno avuto uno sviluppo temporale di circa due mesi, da metà febbraio alla metà di aprile, ed erano state avviate partendo da utili “segnali”, ovvero in segtuito a piccoli recuperi di cocaina, effettuati al termine di controlli formalmente di routine, nei confronti di alcuni tossicodipendenti  nella zona di Salorno. Da qui erano stati avviati i primi accertamenti, che pian piano hanno fatto intravvedere un quadro ben definito e di notevole importanza, portando a individuare una rete di spaccio operante in particolar modo, come accennavamo all’inizio, fra la piana Rotaliana, ovvero l’”accesso” al Trentino a sud di Salorno, e appunto la Bassa Atesina.

Il principale indagato è risultato un albanese di 33 anni residente a San Michele all’Adige, appunto in Trentino, che nella giornata di giovedì è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip (il Giudice per le indagini preliminari) di Bolzano.

Dalle indagini è infatti emerso che il trentatreenne albanese provvedeva alle richieste dei propri “clienti” con contatti diretti (raramente tramite telefono) secondo una metodologia ormai consolidata; l’uomo, ricevuta l’ordinazione, prelevava lo stupefacente che teneva nascosto nelle campagne e poi lo consegnava all’acquirente, allontanandosi subito dopo dal luogo dell’appuntamento.

I servizi dei carabinieri, con appostamenti e pedinamenti molto discreti, in borghese, hanno consentito di monitorare dettagliatamente gli spostamenti del soggetto e dei suoi contatti e dunque di individuare una buona parte di questi. Diversificata la loro estrazione sociale: si va dagli operai agli studenti, fino a liberi professionisti di vari settori.

Nel complesso al termine dell’operazione antidroga sono stati sequestrati circa 60 grammi di cocaina, sostanza recuperata durante l’esecuzione delle otto perquisizioni disposte nella giornata di giovedì dall’Autorità giudiziaria, unitamente al provvedimento di custodia, oltre alla somma contante di circa 1.000 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

In relazione va ricordato che nei primi giorni di marzo, nascosti in un tombino di un’area di campagna erano già stati recuperati 30 grammi di cocaina che l’indagato principale aveva nascosto in un barattolo di caffè; episodio, questo, che aveva creato fra i vari consumatori di coca della zona problemi di “rifornimento” in concomitanza con il week end.

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