Elezioni: Svp lacerata dal "mini-porcellum"

Zeller presenta il progetto di riforma ma è subito contestato da Schuler e Noggler



BOLZANO. La Svp sta affrontando il nodo della riforma elettorale regionale prevedendo l'introduzione del metodo D'Hont che favorisce i partiti maggiori, ma anche quello delle regole interne per la formazione del futuro gruppo consiliare: e il previsto "mini porcellum", ovvero la scelta di un blocco di candidati scelto dal partito cui garantire l'elezione sta già dividendo la Stella alpina.

Il progetto di riforma è stato illustrato dall'onorevole Karl Zeller nel corso dell'ultima direzione del partito ed ha suscitato subito apprezzamenti, ma anche molte contestazioni soprattutto dalla componente che fa capo ai consiglieri Arnold Schuler e Josef Noggler che hanno già promesso battaglia nel corso delle prossime due settimane, il tempo che manca all'approvazione della proposta definitiva da parte della Stella alpina.

Due i capitoli in cui si divide il "progetto Zeller": la riforma della legge elettorale regionale che risale al 1983 e la riforma delle regole interne alla Svp sulla selezione dei candidati e la composizione del futuro gruppo consiliare.  Per la nuova legge regionale «abbiamo cercato di aggiornare le attuali e ormai superate regole - sottolinea Zeller - in modo, tanto per dare alcuni elementi in estrema sintesi, da evitare l'elezione diretta del presidente della giunta in modo da garantire anche al gruppo linguistico italiano la condecisione nelle nomine di giunta; poi prevediamo la sfiducia costruttiva; non prevediamo invece l'incompatibilità fra la carica di consigliere e quella di assessore alla luce anche dell'esperienza trentina; prevediamo infine casi di ineleggibilità solo per quei candidati che ricoprano le cariche di presidente, legale rappresentante o amministratore delegato di società partecipate e non più anche di semplice consigliere; previsto anche il limite dei tre mandati per gli assessori e non più di due terzi per genere (maschile o femminile) sia in lista che in giunta».

«Poi per la formazione del consiglio - prosegue Zeller - puntiamo all'introduzione del metodo Da Hont che in concreto prevede un minimo di circa 8.000 voti per poter essere eletto riducendo così la frammentazione e favorendo al contempo le aggregazioni. Considerato che difficilmente questa riforma passerà con i due terzi dei favorevoli, si dovrà anche andare ad una consultazione referendaria».

Fin qui la riforma elettorale per il consiglio provinciale, ma è sulle regole interne al partito che si è aperta subito la polemica: «Il dibattito è aperto - sostiene Zeller - ma pensavamo ad un blocco di almeno 3 consiglieri su 18 da riservare, ad esempio, a ladini, giovani o donne, che dovrà essere deciso e garantito dal partito, conservando per il resto la prevalenza del valore delle preferenze».

«Una proposta che non sta né in cielo né in terra - esordisce subito il consigliere Arnold Schuler - anche perché è contraddittoria nel momento in cui contestiamo a livello nazionale il cosiddetto "porcellum" e poi tentiamo di farne uno, seppur piccolo, in casa nostra. Noi abbiamo chiesto di prevedere l'incompatibilità fra assessore e consigliere a parità di costi, e quindi senza aumentare la spesa, anche perché ora la giunta ha troppo potere rispetto al consiglio, così come l'elezione diretta del presidente. Quanto poi alla possibilità per il partito di bloccare e garantire un certo numero di candidati mi pare davvero inaccettabile. Chi non fa parte di qualche potente lobby - sottolinea Schuler - quando mai avrebbe la possibilità di essere eletto? Il dibattito è apertissimo su questo punto, ma credo che alla fine questo progetto non passerà».













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