BOLZANO

Emergenza neve, le valanghe il pericolo per i soccorritori altoatesini

Una slavina è piombata su una strada appena sgomberata, evacuata la frazione di Pozza per il rischio di grado 4


di Alan Conti


BOLZANO. Sono le valanghe e la caduta dei massi a preoccupare le squadre di soccorritori altoatesini impegnate in queste ore nella provincia di Ascoli Piceno. In alcune zone il grado di pericolo è 4 e l'altro giorno molti hanno dovuto interrompere le operazioni a Pozza, frazione di Acquasanta Terme, per l'evacuazione ordinata dal sindaco proprio per il rischio di slavine.

In tutto sono impegnate 49 persone di vigili del fuoco del corpo permanente, volontari, protezione civile, ufficio provinciale bacini montani e servizio strade. I macchinari trasportati in zona sono 42 tra cui 9 grandi frese, 6 piccole con spazzaneve e pale caricatrici. I lavori continuano lungo la strada provinciale di Ascoli Piceno 132 San Gregorio-Fleno. Spostata, invece, una fresa da Boscomartese a Tallacano (altra frazione di Acquasanta).

“Una fresa – specifica l'ispettore dei vigili del fuoco Francesca Monti dal centro controllo situazioni di viale Druso – è in grado di sgomberare una carreggiata larga 2,5 metri e lunga 1 chilometro. Purtroppo le valanghe creano grossi problemi: ieri una è crollata proprio su una strada che avevamo appena pulito”. Ieri, invece, c'è stato un cambio per i vigili del fuoco volontari impegnati nel Comune di Montemonaco nella liberazione degli accessi a case di riposo, farmacie e ambulatori da neve ed alberi caduti. Rientrati i pompieri di Chiusa e Bressanone sono arrivati sul campo 12 uomini e 5 mezzi dell'unione distrettuale di Bolzano e Caldaro. Tutto il gruppo è coordinato dall'ispettore Martin Gasser. Tutti i gruppi dei vigili del fuoco sono dotati dei dispositivi di ricerca sotto le valanghe Recco. Presente anche un reparto specializzato del Comando Truppe Alpine che con un elicottero riesce a spingersi nei punti più critici del territorio.

La protezione civile altoatesina, infine, ha liberato gli accessi ad un ripetitore di telefonia mobile e rete radio dell'Esercito e della stessa protezione civile ritenuto essenziale per la comunicazione in tutta la provincia.













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