L'intervista

«Energia e gas, ecco cosa si può fare per risparmiare» 

Parla Marco Lombardozzi, presidente dell'Anaci di Bolzano: spese condominiali, +20% sul gas naturale. «Difficile fare una proiezione per tutto l’anno. Sul riscaldamento rincari mai visti in tanti anni»



BOLZANO. «Sta aumentando tutto con un effetto domino. Stanno arrivando le prime fatture e sono decisamente aumentate rispetto alla media degli anni passati, si parla anche di un 50 per cento in più».

Dal 2006 Marco Lombardozzi è presidente della sezione Anaci di Bolzano. L’anno prossimo il suo studio compirà i 25 anni di attività, per decine di condomini amministrati. Dai lockdown si registra maggiore tensione tra condòmini e nei rapporti con gli amministratori: ora si aggiungono i rincari sull’energia elettrica e soprattutto sul gas.

Dottor Lombardozzi, quale potrebbe essere l’effetto dei rincari sulle spese condominiali?

È difficile fare proiezioni. Sicuramente ci sarà un aumento, in larga parte dovuto al peso delle spese di riscaldamento nel bilancio consuntivo, sul quale sei mesi l’anno di riscaldamento incidono per il 30 per cento. Si può ipotizzare un rincaro del 20-25 per cento, ma fare una previsione sull’intero arco dell’anno è ardito. La situazione è incerta, ci si basa su sensazioni e su ciò che si legge nei giornali.

Ci sono condomini che hanno deciso di spegnere tutto?

No, nessuno. Oltretutto spegnere il riscaldamento porta al raffreddamento dell’acqua, con un enorme dispendio di energia nel momento in cui la si debba scaldare. Sarebbe sufficiente abbassare di un grado la temperatura dell’acqua: se la centrale termica funziona a dovere si può ottenere un risparmio del 10 per cento. Che non è poco, visti i rincari record. Ma una decisione simile va presa in assemblea, e i tempi si dilatano abbondantemente, oppure dal sindaco attraverso un’ordinanza. Non mi risulta che ci siano sindaci in giro per l’Italia che l’abbiano fatto.

Parliamo di bonus 110 per cento. Vista la carenza di materie prime qualcuno si è già tirato indietro?

L’interesse verso il bonus è sempre vivo. Chi ha già deliberato sta andando fino in fondo, poi ci sono anche assemblee che hanno deciso di fare uno studio preliminare e di verificare la disponibilità delle imprese. Per il momento, programmandolo per i primi mesi del 2023, si riesce ancora a ottenerlo.

Alperia registra una corsa al teleriscaldamento, con un boom di richieste di informazioni. Conferma?

Ho fatto diverse assemblee focalizzate sul teleriscaldamento, ma sarebbe meglio non seguire l’onda dell’emotività. Servono verifiche preliminari, bisogna chiamare un termotecnico, accertarsi del tipo di impianto affinché il passaggio sia davvero vantaggioso per tutti i condomini, senza creare scompensi a qualcuno.

Lo stesso vale per il cambio di operatore, sempre sull’onda dell’emotività, della preoccupazione di una maggiore spesa. Certi operatori ne approfittano e propongono offerte che possono sembrare allettanti, ma che richiedono ugualmente uno studio attento. Anche il Centro tutela consumatori utenti ha detto di andare coi piedi di piombo.

E se nell’edificio del condominio c’è un negozio?

I grandi supermercati di solito hanno la loro centrale termica autonoma, separata, quindi non ci sono problemi nella gestione condominiale. Diverso è il discorso per gli edifici dove hanno sede piccoli negozi o uffici, che hanno orari diversi e non godono degli orari in cui si può riscaldare.

Chi lavora fuori casa potrebbe abbassare la temperatura di due o tre gradi, ma persone in smartworking e soprattutto le persone meno giovani, che passano molto tempo in casa, invece hanno bisogno di temperature più elevate. Se è tecnicamente possibile si può intervenire sulle caldaie per venire incontro alle diverse esigenze. Nei condomini più nuovi, quelli realizzati negli ultimi 15 anni, già si fanno impianti separati per locali commerciali e appartamenti. S.M.













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