La maturità

Esami “locali”, gli studenti sono spaesati 

Le tracce della seconda prova scritta saranno decise dalle singole commissioni. All’orale ognuno dovrà saper correggere gli errori fatti. Gli alunni delle quinte: «Dove troveremo le versioni giuste accreditate?». E poi il rischio di grandi differenze fra temi facili o difficili nei diversi istituti



BOLZANO. Di riforme l’esame di Stato ne ha viste tante. Una per ministro, praticamente. Quest’anno lo scossone riguarda la seconda prova: ogni commissione la sceglie da sé, su disposizione del ministro Patrizio Bianchi. Cioè: la prova di matematica al Torricelli sarà diversa da quella del liceo di Bressanone. La cosa lascia interdetti soprattutto gli studenti, privati di qualsiasi punto di riferimento in vista della correzione che dovranno fare durante la prova orale.

E le mascherine? Raccomandate ma non obbligatorie, sembra. Ancora non sono stati emanati i protocolli ministeriali.

Le prove scritte all’esame di maturità sono solo due. La prima, quella di italiano, sarà mercoledì prossimo. Giovedì 23 giugno la seconda, temutissima: latino al liceo classico, matematica allo scientifico, inglese al linguistico, e così via.

Gli anni scorsi la traccia veniva sorteggiata a livello nazionale. Sì, magari qualcuno aguzzava l’ingegno e metteva a punto “inattaccabili” espedienti per copiare, di volta in volta adeguati alle tecnologie a disposizione. Però i vantaggi c’erano: da una parte, una tendenza a una preparazione uniforme in tutta Italia; dall’altra, la possibilità di verificare la correttezza del proprio esame. Di confrontare il proprio elaborato con la versione accreditata, disponibile sui quotidiani e sul sito del Ministero.

All’esame orale, infatti, come sempre a ragazze e ragazzi sarà sottoposta la loro seconda prova. Dovranno saper individuare gli errori fatti e dimostrare di saperli correggere, tutte competenze che concorreranno alla valutazione finale.

Al Carducci studenti spaesati: «Le versioni di latino che si trovano online non sono tutte uguali, anzi, spesso presentano differenze molto importanti», dicono prima di entrare nella scuola. Un maturando aggiunge: «Non tutti hanno in casa anglisti cui chiedere una mano».

Insomma, se a fare quella prova di latino sono appena quaranta studenti, il confronto potrà essere soltanto tra di loro. La traduzione di Giulio Cesare magari può essere facile, a ogni parola il suo significato. Ma come si fa a indovinare il significato preciso di una parola se il testo è di Cicerone, il maestro della retorica? Anche “latinisti” in erba possono macinare un otto dietro l’altro durante l’anno e poi fallire una traduzione alla maturità, spesso con un effetto domino proprio a partire da una sola parola intesa male.

Una studentessa chiede: «Metterete sul giornale la traduzione giusta?». La speranza, a questo punto, è che l’Intendenza pubblichi sul proprio sito web le prove corrette, quelle che ragazzi e ragazze dovranno confrontare con i loro scritti in modo da arrivare preparati all’esame orale.

Altro fronte, quello delle mascherine. Tra liceo classico e liceo linguistico, al Carducci i maturandi sono circa 150. Sette sezioni. La preside, Cristina Crepaldi, nota che ancora manca il protocollo. «Se le mascherine resteranno soltanto una raccomandazione, chiederò alla commissione d’esame. Possono esserci docenti o alunni fragili da tutelare fino all’ultimo. Useremo la massima cautela, anche se è curioso che la scuola mantenga le precauzioni in vigore nel pieno della pandemia, quando invece negli altri luoghi frequentati da ragazzi e ragazze queste stesse precauzioni sono ormai decadute. Aspettiamo indicazioni chiare». S.M.













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