Etichette solo in tedesco: «Non ne sapevamo nulla»

Il vicepresidente Tommasini sull’iniziativa avanzata a Roma dai senatori Svp: «Proposta assurda, argomento mai trattato in Giunta. Bocciato prima di iniziare»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Gli alleati di governo in giunta provinciale mettono la parola fine sulla questione delle etichette solo in tedesco prima ancora di iniziare a parlarne. «Proposta irricevibile e semplicemente assurda», è la bocciatura del vicepresidente Christian Tommasini.

Il caso sollevato però dal presidente della Camera di Commercio Michl Ebner però non è destinato a chiudersi presto, perché a quanto pare gli ex senatori della Svp avrebbero avanzato, nella scorsa legislatura, un disegno di legge all’oscuro della giunta provinciale. «Questo argomento non è mai stato trattato nelle riunioni di giunta - assicura Tommasini - abbiamo appreso dell’esistenza di questa iniziativa dalle esternazioni di Ebner». In ogni caso, prosegue il vicepresidente, «se mai fosse arrivato alla nostra attenzione non avrebbe fatto molta strada, dopo tutto l’impegno profuso per lo sviluppo del bilinguismo, questo ddl è solo negativo e controproducente; le etichette sono una cosa serie, ne va della sicurezza dei consumatori, e poi il futuro va verso l’ampliamento delle lingue; spero di vederle un giorno in quattro o cinque traduzioni, compreso il cinese, così sapremo che il nostro export gode di ottima salute, altro che solo in tedesco». In buona sostanza, conclude Tommasini, «questo argomento non si può nemmeno prendere in considerazione, trovo incredibile che se ne parli». Il problema, ora, è chiarire se i vertici dell’alleato di governo (ora anche nazionale) Svp fossero a conoscenza dell’inziativa parlamentare di Helga Thaler e Manferd Pinzger della scorsa estate. In ogni caso si configurerebbe un cortocircuito curioso: se non lo sapessero, significherebbe che i parlamentari della Stella Alpina prendono iniziative in campo legislativo senza darne comunicazione ai vertici di partito; nell’altro caso, gli amministratori locali non hanno ritenuto necessario dare comunicazione ai loro alleati di giunta dell’azione intrapresa su un tema quantomeno delicato. Al momento di andare in stampa, nessuno dei massimi rappresentanti locali della Svp ha risposto a questa domanda.

Si sono fatti invece sentire più o meno tutti gli altri esponenti delle forze politiche presenti in consiglio provinciale. E mentre Alessandro Urzì, tramite un’interrogazione diretta al presidente del consigli Vezzali chiede che la giunta si pronunci una volta per tutte «sul valore assoluto del bilinguismo», la vicesegretaria provinciale del Pd Daniela Rossi coinvolge nella questione i parlamentari Democratici appena eletti, riportando la discussione anche sul piano nazionale.













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