Eurac, finiti i soldi Stoppato il concorso per l’ampliamento

Occorrevano 5 milioni: cancellati dalla spending review La nuova ala avrebbe dovuto ospitare 100 ricercatori


di Davide Pasquali


BOLZANO. Ci dispiace, ma abbiamo finito i soldi. Quindi, niente ampliamento della ex Gil oggi Eurac. È il succo di due comunicazioni spedite nei giorni scorsi a venti studi di architettura italiani e stranieri: il primo per avvertire, il secondo per spiegare in dettaglio, perché leggendo la prima lettera gli architetti avevano strabuzzato gli occhi, non avendo mai ricevuto in vita loro qualcosa di simile. A metà del concorso per la progettazione dell’opera - dopo mesi di studio portato avanti nella speranza di accaparrarsi un lavoretto da quasi trecentomila euro - hanno scoperto che il raddoppio non verrà realizzato.

Le comunicazioni sono state spedite dall’Agenzia provinciale per gli appalti a venti studi tecnici di Padova, Bressanone, Merano, Treviso, Farra d’Alpago, Caserta, Reggio Emilia, Falzes, Roma, Trento, Aachen, Ora, Bolzano, Monza, Milano e Lipsia. Dopo la pre-selezione in autunno, da marzo lavoravano al progetto. E ora sono rimasti con un pugno di mosche in mano.

«L’opera non sarà realizzata», scrive la Provincia, «per mancanza di copertura finanziaria ed a causa delle recenti disposizioni in materia di contenimento della spesa pubblica». Ciononostante, «trovandosi il concorso in fase avanzata, si procederà alla conclusione dello stesso nei termini previsti». Questa prima comunicazione, spedita il 15 maggio, è caduta come un fulmine a ciel sereno, motivo per cui gli architetti hanno chiesto spiegazioni.

Per confermare lo stop, il 21 maggio è partita una seconda lettera. Gli architetti volevano sapere? Eccoli accontentati. «Con riferimento alle richieste pervenute al nostro ufficio di spiegare i motivi della sopravvenuta mancanza di copertura finanziaria comunichiamo a tutti i partecipanti che la giunta provinciale ha disposto il 29 aprile il blocco del suddetto concorso di progettazione a causa delle recenti disposizioni in materia di contenimento della spesa, disposte da ultimo con decreto legge 24 aprile 2014, n.66». I soldi a mancare all’appello sono quasi cinque milioni, per la precisione 4.746.150 euro (Iva esclusa).

Non si poteva fare altrimenti, spiegano dall’Agenzia provinciale per i procedimenti e la vigilanza in materia di contratti pubblici di lavori servizi e forniture. E comunque, se poi, in un futuro non si sa quanto lontano, i soldi dovessero rispuntare, così ci sarebbe già a disposizione il progetto vincitore.

Gli architetti, però, non l’hanno presa mica tanto bene. Lavoravano da ottobre 2013, ancora più seriamente da marzo 2014, dopo la preselezione dei venti ammessi al concorso. La consegna progetti era prevista a brevissimo, l’11 giugno.

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