oggi lo sfratto: mamma, papÁ e tre bambini piccoli 

Famiglia marocchina senza casa 

In cinque in un monocale, la proprietaria non rinnova il contratto



BOLZANO. Immaginate di avere tre figli piccoli e di trovarvi in mezzo ad una strada. Sfrattati. In pieno inverno. Avrete una pallida idea di quello che accadrà questa mattina a una giovane coppia di origine marocchina e ai loro tre bimbi di 3, 7 e 9 anni. Lui è Tarik Lamidi, 40 anni, e sua moglie si chiama Fettach Bouschra, 32 anni, italiana a tutti gli effetti dal 2015. La famigliola vive da anni in un monolocale di soli 26 metri quadri in via Maso della Pieve, dove ha sempre pagato regolarmente l’affitto, ma la nuova proprietaria, che ha ereditato il locale da una zia, ha deciso di non rinnovare il contratto. Anche perché, per legge, l’alloggio non ha i requisiti minimi per ospitare un nucleo familiare di cinque persone. Tarik e Fettach non sono riusciti a trovare un nuovo appartamento in cui trasferirsi e non per mancanza di volontà. “Abbiamo cercato un alloggio attraverso agenzia – spiegano – ma vengono richieste le ultime sei buste paga e una caparra che noi non siamo in grado di sostenere. Io – rileva l’uomo – ho lavorato come responsabile in una ditta di logistica dal 2010 al 2015, poi l’azienda è stata oggetto di un ridimensionamento e io sono stato licenziato. Da poco ho trovato un posto a tempo determinato e part-time: quattro ore di lavoro al giorno, spezzate. Due di notte e due di primo mattino. Qualsiasi cosa pur di guadagnare qualcosa onestamente – sbotta l’uomo – perché ho la fedina penale pulitissima. Non ho mai preso nemmeno una multa”. La giovane moglie di Tarik, dal 2003, anno in cui è arrivata in Italia, lavora all’ospedale San Maurizio e tutte le mattine attende che il marito rientri prima dell’alba per poter lasciare la casa e andare al lavoro. “Non vogliamo l’elemosina – ripete Fattach – ma solo un aiuto a trovare un luogo dove stare con i nostri bambini. Anni fa, quando risultavo ancora extracomunitaria e con noi c’erano anche i miei genitori, ho presentato domanda per un alloggio Ipes e ho 31 punti, ma non bastano. In queste settimane abbiamo scritto a Kompatscher e a Tommasini, che ci hanno invitato a rivolgerci agli uffici competenti. Lo abbiamo fatto, ma senza risultato. Ci siamo rivolti anche agli assistenti sociali: ci hanno assicurato che per i bambini non ci sono problemi. Ma noi non vogliamo separarci dai nostri figli!”.















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