Farmacie, il Governo impugna la legge

Roma contesta la norma provinciale che prevede una supervisione della giunta sulle nuove aperture a discapito dei Comuni


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Altro duro colpo per la Provincia in materia di liberalizzazioni. Il Governo ha deciso ieri di impugnare la legge sull’assistenza farmaceutica. «Manca ancora il disposto, ma secondo le ultime indiscrezioni sull’argomento - spiega il presidente di Federfarma Luca Collareta - il Governo attribuisce più potere, nell’individuazione delle nuove farmacie, ai Comuni mentre la Provincia, in Alto Adige, si sarebbe riservata una sorta di supervisione, garantitale peraltro dallo Statuto di autonomia. È ancora presto, peraltro, per fare valutazioni. Anche per Trento è stata fatta la stessa cosa, quindi l’impugnazione non mi sorprende più di tanto. Non sono un giurista ma la Corte Costituzionale, in questo caso, potrebbe dare ragione alle due Province autonome». La legge sull’assistenza farmaceutica recepisce il “decreto liberalizzazioni” in materia di potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica e accesso alla titolarità delle farmacie, abrogando le due leggi provinciali in vigore, la 48/1988 e la 61/1976. La norma prevede tra l'altro l'abolizione della pianta organica delle farmacie e l'aumento del loro numero: spetta alla giunta provinciale, sentiti il Consiglio dei Comuni e l'Ordine dei farmacisti, fissare il numero delle farmacie nei Comuni. Il dlp 146/12 stabilisce poi un orario di apertura minimo, chiarisce l'obbligo di garantire il servizio farmaceutico nelle lingue ufficiali e introduce sanzioni amministrative nel caso in cui non venga fornito il foglietto illustrativo anche in tedesco. C’è il timore, ha spiegato l’assessore provinciale Theiner, che con le novità introdotte dal Governo le farmacie si concentrino nei centri urbani, «ma non abbiamo nessuna possibilità di cambiare il criterio che fa riferimento al numero di abitanti che una farmacia deve servire». C'è da registrare invece la decisione del Consiglio dei Ministri di non impugnare altre due leggi provinciali, la numero 17 dell’11 ottobre in materia di pubblici esercizi e la la legge 18, sempre dell' 11 ottobre, sul «rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2011 e altre disposizioni».

L’Anaao incontra Fabi. Incontro, ieri pomeriggio, tra Anaao, Bsk e Vsk e il direttore generale dell’Asl Andreas Fabi, che ha scelto di non rispondere alle domande più scomode. «Mi riferisco in particolare - sottolinea Claudio Volanti dell’Anaao - all’onorario del dottor Saltuari, ma anche all’intenzione di investire ancora sulla medicina complementare nonostante il doppio “no” della commissione di riordino clinico». Sono emersi forti timori su un presunto buco di bilancio nella gestione del parcheggio dell’ospedale. «Pare ci sia l’intenzione, per far quadrare i conti in futuro, di far pagare anche i medici reperibili». L’incontro con Fabi non ha contribuito a fare chiarezza nemmeno sul taglio dei posti letto per effetto della spending review. Ma le perplessità maggiori riguardano medicina complementare: «La commissione aveva già bocciato due volte il progetto. L’organizzazione del servizio poi era stata attuata senza alcuna trasparenza da parte dell’Asl: dalle notizie poi trapelate è emerso che il responsabile era inquadrato con un incarico a progetto per 180 mila euro annui. Chiedere a questa commissione di esaminare un progetto non approvato, in un momento di crisi del sistema sanitario nazionale e provinciale, con una serie di priorità che non vengono nemmeno accennate, è quantomeno irriguardoso».

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