Favogna, festa per i 40 anni della ferrata

Centinaia di persone sull’altopiano a Ferragosto: ogni anni ci sono oltre 3 mila escursionisti


di Bruno Tonidandel


Gli amanti della montagna della Bassa Atesina si sono dati appuntamento a Ferragosto sull'altopiano per festeggiare i 40 anni della Ferrata di Favogna, frequentata da 3 mila escursionisti all'anno. Questa salita, che si "attacca" a 3 km a sud di Magré, poco sopra la strada che conduce a Roverè della Luna, lunga 1.100 metri con un dislivello di 900 metri e percorribile in 2 ore e mezzo, presenta delle proprietà che altre ferrate non hanno: può essere frequentata anche da famiglie con bambini tutto l'anno, anche nei mesi invernali. Era stata inaugurata nel lontano 17 ottobre 1976 dopo un anno di lavoro da parte di volontari della sezione di Cortaccia e di Magré dell'Alpenverein, l'associazione che raggruppa gli appassionati della montagna dei due paesi vicini. E lunedì il piazzale delle feste di Favogna era affollatissimo dal mondo delle vette, fra i quali anche i sindaci non solo di Magré e Cortaccia, Theresia Degasperi Gozzi e Martin Fischer, ma anche di Salorno Roland Lazzeri con il presidente del Comprensorio Edmund Lanziner e il consigliere provinciale Oswald Schiefer. Di questi, ha parlato solo la signora Degasperi, anche perché chi va in montagna non ama molto i discorsi. Il primo cittadino di Magré ha solo manifestato la sua soddisfazione in quanto con la Ferrata di Favogna ha consentito a molti di avvicinarsi alla montagna e ha ricordato una sua poesia che aveva composto in occasione dei 25 anni della via attrezzata. Chi invece si è soffermato più a lungo sulla storia di questa indovinata realizzazione è stato Hermann Bertolini, a suo tempo presidente dell'Avs locale ed ora ai vertici delle sezioni, sempre dell'Alpenverein della Bassa Atesina. Bertolin ha ricordato che l'intuizione della Ferrata di Favogna è opera della mente di Franz Hauser, di Cortaccia, assieme a Heini Goller di Magré, grandi amanti di scalate, i quali desideravano tracciare una "via alpinistica" proprio sul confine linguistico meridionale dell'Alto Adige. E un giorno, mentre lavoravano nei vigneti, in zona Punggl, alzando gli occhi verso la montagna di Favogna, tracciarono idealmente una via che quanche tempo dopo, divenne una ferrata. Ci volle però tanto lavoro, ma anche non pochi fondi e gli inizi furono piuttosto difficili. Ma tutte le difficoltà furono superate, grazie alla determinazione di molti volontari e istituzioni locali, non ultima la Cassa Rurale di Salorno, che tuttora sostiene annualmente la sezione per le spese di manutenzione. Attualmente questa splendida realtà alpinistica è seguita come un bambino, passo dopo passo, da Peter Amort, di Magré, responsabile della manutenzione, con controlli mensili ed interventi di pulitura di materiale ghiaioso e sopralluoghi ai 340 metri di corde fisse e alle tre scale in acciaio. La festa si è conclusa con il saluto dell'attuale presidente dell’Avs Andreas Terzer.

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