Favogna, la storica ferrata compie quarant’anni

I festeggiamenti si terranno a Ferragosto a quota 1.100 metri in località «Pichl» Il tratto è frequentatissimo anche perché si trova ad una quota accessibile


di Bruno Tonidandel


FAVOGNA. Il 18 ottobre 1976, con il titolo a 3 colonne «Una via attrezzata per salire a Favogna» e una foto dell'allora sindaco di Magré Alois Cavos che taglia il nastro augurale e del parroco Johann Senoner, l’Alto Adige pubblicava la notizia dell'inaugurazione della ferrata sul versante orientale della montagna, quasi di fronte all'abitato di Cortina. Una via alpinistica, la più meridionale del territorio altoatesino, voluta dalla sezione dell'Alpenverein di Cortaccia e Magré e realizzata dopo un anno di lavoro e l'impiego di 340 metri di corde in acciaio e 50 metri di scale. Da allora sono passati 40 anni e il direttivo dell'associazione alpinistica che fa capo ad Andreas Terzer, vuole festeggiare questa ricorrenza con una festa in programma lunedì prossimo, 15 agosto. Il brindisi si svolgerà sulla sommità della ferrata, in località "Pichl" a Favogna a quota 1100 metri, mentre i festeggiamenti veri e propri avranno luogo nel piazzale delle feste dell'altopiano. Alle ore 10.30 è prevista una liturgia della parola, seguita dal saluto di Hermann Bertolin, responsabile delle sezioni dell'Alpenverein della Bassa Atesina e dal pranzo. Nel pomeriggio sono anche in programma due brevi escursioni di circa due ore, per chi volesse conoscere la "Caverna dei camosci" o il "Sasso tedesco", due attrazioni della frazione montana di Magré. Si potranno anche vincere dei premi risolvendo dei quiz. La ferrata di Favogna quindi compie 40 anni ed è frequentatissima, anche perché non presenta particolari difficoltà e può essere salita anche da famiglie con bambini. E' diventata nel tempo una palestra per rocciatori in quanto può essere praticata anche nei mesi autunnali o addirittura invernali. Il responsabile del mantenimento della "via", Peter Amort, ci ha assicurato che addirittura ha visto degli alpinisti che salivano sulla ferrata anche con la neve, ovviamente con le dovute precauzioni. La ferrata, il cui attacco è a poche decine di metri dalla strada che da Magré conduce a Roverè della Luna, nei pressi del confine con la provincia di Trento, può essere superata in due ore e mezzo e presenta un dislivello di 900 metri.

Mediamente è frequentata da 3000 persone all'anno ed è attratta dagli alpinisti anche per i suoi pregi di natura ecologica. In primavera i versanti erbosi della montagna sono ricchi di piante e fiori particolari, come per esempio vari tipi di orchidee selvatiche; in autunno poi è affascinante per la colorazione del bosco. Un pregio, di cui è orgoglioso Peter Amort è che la ferrata di Favogna non è mai stata teatro di gravi infortuni: due sole volte è intervenuto il Soccorso alpino di Caldaro per la ricerca di due persone colte dal buio durante la salita. Peter Amort effettua dei controlli mensili della via attrezzata, ripulendola dai detriti e dal pietrame che cade dalle rocce e sostituisce le corde fisse lesionate.













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