Festivi, molti commessi non lavorano

I sindacati: «Chi ha un contratto a tempo indeterminato vuole stare a casa». Surian: precari ostaggio delle grandi catene


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Tempi duri per le aziende altoatesine che hanno deciso di tenere aperto nei giorni festivi. Nella prossima data utile - ovvero Pasquetta - per diversi grandi marchi non sarà facile mettere assieme una squadra sufficientemente ampia da coprire tutti i turni di lavoro. Molti commessi - sia dei supermercati che dei negozi di abbigliamento, in particolare nei megastore ma anche del centro storico - hanno deciso infatti di spedire ai rispettivi datori di lavoro una lettera (che fa riferimento all'articolo 141 del contratto) nella quale spiegano che non intendono lavorare. L'appiglio legislativo è la sentenza pronunciata di recente a Rovereto (su iniziativa della Uil) che ha visto coinvolte tre commesse di un supermercato. Il giudice è stato chiaro: le aperture festive vanno bene, ma il personale reclutato per coprire i turni deve essere d'accordo. O meglio se comunica (per lettera) di non essere disponibile per una o più date (i festivi sono dodici in un anno) il datore di lavoro deve rispettare questa scelta. «L'esempio positivo - commenta Maurizio Surian della Cgil - è la Metro, che terrà aperto 5 ore a Pasquetta, ma solo con lavoratori che si sono offerti. Una scelta, dunque, su base volontaria». Una decisione che prendono tuttavia quasi esclusivamente i lavoratori che hanno in tasca un contratto a tempo indeterminato. «Gli altri - continua Surian - sono spesso ostaggio delle rispettive aziende. Se non lavorano nei festivi temono che, alla scadenza, non venga rinnovato loro il contratto. Prendiamo il caso del Twenty, dove ci sono molte piccole aziende in cui i sindacati non sono nemmeno presenti o grandi catene in cui sono stati stipulati decine di contratti, ma solo a tempo determinato. Di strada da fare ce n'è ancora molta, ma girando mi accorgo che c'è sicuramente maggiore consapevolezza». Soddisfatto anche Walter Largher della Uil. «Ai lavoratori dico: se non volete finire nei turni festivi mandate per tempo una lettera in cui manifestate chiaramente questa intenzione. Le cause vinte con Obi e Aspiag rappresentano una tutela importante per tutti. Bisogna avvertire il datore di lavoro con il necessario anticipo, in modo tale che possa organizzarsi. C'è anche chi ha mandato una lettera all'inizio dell’anno indicando tutte le festività. E l'azienda non può che prenderne atto. Sarebbe importante che non si arrivasse allo scontro su questo tema, ma mi rendo conto che c'è chi non si sente di esercitare questo diritto per la paura di perdere il posto di lavoro». Pasquetta, per alcune aziende della grande distribuzione, sarà dunque il primo banco di prova.

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