Filippi: «Gli alloggi sfitti sono quasi 4 mila»

Il consigliere comunale di M5S: «Basta partire dalle cifre fornite dal Catasto. Il Comune sbaglia»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Alberto Filippi, sugli alloggi sfitti, un tema che segue da anni, non digerisce affatto i numeri forniti dal Comune. E rilancia con i dati ufficiali del catasto, aggiornati al primo ottobre 2013. In base a questi ultimi sarebbero poco meno di 4 mila e non poco più di 2 mila (come ha sostenuto la maggioranza in una recente conferenza stampa) le case vuote o con consumi vicini allo zero. È evidente che la differenza - enorme - tra le due cifre è legata proprio alla “banca dati” scelta per fare l’analisi.

«Lo studio del Comune - parte nel suo ragionamento Albergo Filippi del Movimento cinque Stelle - non sembra, cifre alla mano, riuscire a fornire un quadro realistico del fabbisogno edilizio della città. Si parte dal numero dei contatori, che in tre anni sono aumentati di 1208 unità, da 48.674 a 49.882. Le utenze chiuse sono diminuite di 659 unità e gli alloggi dovrebbero essere, matematicamente, poco più di 49 mila. I dati però non tornano perché gli alloggi per il catasto nell'ottobre dello scorso anno erano 51.493 a fronte di 49.882 contatori. Mancano, dunque, all'appello 1.611 contatori».

I contatori multipli, secondo Filippi, sono pochi e riguardano poche porzioni materiali.

«Se si prendono i dati della società a cui si appoggia da anni il Comune i contatori multipli dovrebbero corrispondere alla differenza tra i contatori in essere (49.882) e gli alloggi (49.286), vale a dire 696. Contatori che non fanno testo non potendo rilevare dagli stessi le abitazioni vuote, che certo non mancano. Tenendo conto del dato catastale (51.493 alloggi) rimarrebbero altri 915 alloggi vuoti (1611 contatori mancanti meno 696 contatori multipli) perché senza contatore. Pertanto, tra abitazioni senza contatore, più le unità abitative chiuse ma con i contatori, più i contatori multipli si arriverebbe a ridosso dei 3 mila alloggi vuoti».

Ma il ragionamento di Filippi non finisce qui. Ci sono, infatti, 872 alloggi con consumi nulli o molto bassi, sotto a 0,57 kw al giorno.

«Sicuramente sono vuoti, come sostiene anche la società incaricata dell’analisi dal Comune, ma non rientrano nel conto. Di essi solo 71 hanno consumi molto bassi per meno di 365 giorni. Se togliamo anche questi 71 ne restano 801 interessati da ristrutturazioni che durano da più di un anno. A prescindere dal motivo questi alloggi devono rientrare tra gli sfitti. Negli 872 alloggi ci sono anche quelli vuoti di Ipes e Comune che non possono essere inclusi nelle 2070 utenze chiuse. E questo perché restano aperti per ovvi motivi (manutenzione, ristrutturazione e future assegnazioni). Negli 872 alloggi ci sono anche quelli in vendita che sono sicuramente in numero superiore rispetto a quelli in fase di ristrutturazione».

Filippi svela poi un importante dettaglio.

«Un aspetto che il Comune non ha tenuto affatto in considerazione è la possibilità, per coloro che non dispongono di un alloggio adeguato, di accedere (ai sensi della legge provinciale 13/1998) all'acquisto di alloggi in cooperativa o privati senza dover vendere l'alloggio inadeguato. Le agevolazioni, invece, dovrebbero essere garantite a chi non è proprietario di un alloggio, con l'obbligo dunque di vendere eventuali alloggi di proprietà inadeguati. Una fetta di questi ultimi non sempre viene affittata o venduta e rientra non di rado negli sfitti. Conti alla mano, per questi ultimi, ci avviciniamo a quota 4 mila, come sosteniamo da tempo. Il lavoro della società incaricata dal Comune è apprezzabile perché mostra le falle esistenti nell’amministrazione che non consentono di arrivare ad un calcolo effettivo dello sfitto. La scelta dei dati da mostrare resta però a discrezione della politica per l'uso strumentale che ne è stato fatto nei giorni scorsi».

Il perché per Filippi è sin troppo chiaro.

«C'è la volontà, da parte dell’amministrazione, di avvalorare piani per continuare a consumare il territorio con il cemento senza che vi sia una reale necessità».

La giunta comunale riuscirà ora a mettere in dubbio anche questa analisi così dettagliata?

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