Filippi: «Profughi in Biblioteca perché mancano strutture»

Il direttore replica alle lamentele: «Il problema c’è ma la situazione non è grave come viene descritta» Difeso il lavoro di Volontarius: ha fatto un buon lavoro per migliorare il clima di convivenza tra utenti


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «È vero: alla Biblioteca civica abbiamo tutti i giorni gruppetti di profughi ed extracomunitari che salgono al terzo piano, perché i dormitori di giorno chiudono e non sanno dove andare. Col freddo sono un po’ aumentate le presenze, ma la situazione non è quella che viene descritta dalle lettere e dalle prese di posizione di questi giorni: la verità è che a qualcuno dà fastidio la semplice presenza di immigrati. Non si capisce che noi non possiamo cacciare queste persone a meno che non si comportino male. In ogni caso, la linea adottata da questa giunta è quella dell’accoglienza e noi non possiamo che adeguarci». Ermanno Filippi, direttore della Biblioteca civica e istruttore di arrampicata del Cai, risponde così alle prese di posizione di frequentatori e consiglieri comunali: Sandro Repetto (Pd) chiede provocatoriamente di chiudere la biblioteca, Claudio Degasperi (Team autonomie) suggerisce di trovare “sistemazioni per i profughi più adatte e restituire così la struttura a chi studia”, Maria Teresa Tomada (Fratelli d’Italia) mette in guardia dal rischio che la Biblioteca venga usata dagli spacciatori per tenere sotto controllo l’area del Talvera dove si compra ogni tipo di droghe .

Lei direttore sembra minimizzare ma un certo disagio da parte dei frequentatori esiste.

«Non minimizzo. Semplicemente sono realista e a chi dice che in Biblioteca si sono verificati atti vandalici e furti rispondo che nell’ultimo periodo si è verificato un unico episodio ai danni della macchinetta del caffè e il responsabile, di cui abbiamo le generalità, è un bolzanino; è vero che c’è stato anche un furto: una ragazza ha lasciato il portafoglio sul tavolo per andare a fumare, quando è rientrata non c’era più. Episodi di questo tipo si sono sempre verificati».

Che la Biblioteca civica però sia sempre più simile ad un centro di accoglienza per profughi è un problema che snatura l’istituzione stessa. Voi non potete fare nulla?

«Noi facciamo. Se uno si addormenta, lo svegliamo e lo invitiamo ad andarsene, nella consapevolezza però che spesso sono persone che vivono sotto i ponti e la notte non dormono per paura di vedersi rubare quel poco che hanno. Se qualcuno crea problemi chiamiamo le forze dell’ordine che intervengono subito».

Si dice che sia la Tessmann sia la biblioteca della Lub non abbiano questo problema. Come si spiega?

«Neppure le nostre succursali per la verità ce l’hanno. Però è difficile capire il motivo. Forse si può attribuire al fatto che negli anni la Civica è stata un po’ trascurata con l’obiettivo che tanto si sarebbe realizzato il nuovo polo bibliotecario. Forse se si fosse investito di più le cose sarebbero andate diversamente. Ho visto che al secondo piano ad esempio, dove abbiamo migliorato gli arredi, immigrati e profughi non vanno».

Il fenomeno di profughi e immigrati esiste ovunque, nelle altre città come fanno?

«A Trento mi risulta che abbiano il nostro stesso problema. Alla Salaborsa di Bologna, che però ha un bilancio che è dieci volte più grande del nostro, hanno personale ad hoc che controlla l’accesso ai bagni. Ma è chiaro che è un servizio che ha un costo».

Non si potrebbe fare qualcosa di simile anche da noi, per evitare che i bagni della Biblioteca vengano usati per lavarsi e fare il bucato.

«Proporremo alla giunta di chiudere i bagni».

Cosa significa?

«Che chi ha bisogno dei servizi, dovrà chiedere la chiave e consegnare un documento. Ma bisognerà cambiare le serratura, visto che sono sparite alcune chiavi e comunque la richiesta dei documenti verrà fatta anche ai bolzanini che probabilmente non gradiranno».

Altre idee?

«Creare un’area ad hoc per i profughi o chiudere le sale lettura, limitando il servizio ai prestiti: queste però sono scelte che spettano alla politica».

E se fosse di introdurre un tesserino per gli utenti?

«Che prevede cosa: l’esclusione di chi non è bolzanino?Assurdo».

Oggi scade il contratto con Volontarius, il cui servizio è costato al Comune 8 mila euro, più d’un consigliere sostiene che il contratto non va rinovato.

«Invece a mio avviso il personale di Volontarius ha svolto un ottimo lavoro, contribuendo a migliorare il clima tra i diversi frequentatori della biblioteca».

Nell’era di Internet ha ancora senso una struttura come la Civica?

«Certamente: i prestiti negli ultimi anni sono raddoppiati e un trend di crescita simile si registra anche nelle succursali».













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