Firmian, Tosolini ricomincia a costruire 

Riapre il cantiere di Campo dei Fiori, fermo da tempo. Fra un anno e mezzo pronti 300 alloggi. Si entrerà solo col pass


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Era fermo da anni. E con lui, col grande progetto al suo centro, anche Firmian restava inconcluso: concessione alla Habitat del 2005, e, aggiunge il progettista «incarico al mio studio del 2004, ancor prima dunque...». Più di dieci anni. Ma adesso, questo rivela Renzo Gennaro, si parte. Anzi si riparte . "E per concludere in un anno e mezzo" aggiunge l’architetto. La conferma diretta è il cantiere che sta montando i vetri dei balconi. Quella indiretta è la visita alla Seab, l’altro giorno, per concordare le isole ecologiche. E, poco prima, dall’assessora Marialaura Lorenzini per definire una nuova, possibile, metodologia della raccolta rifiuti.

Trecento alloggi, un giardino centrale chiuso dagli edifici di sette piani di poco superiore all’ettaro. Più che un giardino: un parco. Che, come un antico "hortus conclusus" e riprendendo una tipologia costruttiva tipica delle case dei centri storici italiani tra sei e ottocento, ha gli accessi controllati. Come fossero dotati di cancellate invisibili, si entrerà solo se dotati di pass. «E chiunque lo vorrà fare, troverà una portineria centrale - anticipa Gennaro - che dovrà avvertire gli ospiti dei visitatori e dare il permesso. Perché abbiamo voluto dare un’importanza a volte dimenticata ad un tema che invece i bolzanini che comprano casa ci chiedono prima di ogni altra cosa: la sicurezza».

Il risultato di questa decisione della Habitat di Pietro Tosolini di avviare i lavori per chiuderli entro il 2019/20 ha un significato esterno ed interno. Urbanisticamente vuol dire che il quartiere conclude la sua fase costruttiva. Firmian, così come pensato da Silvano Bassetti era nato con l’idea forte di un verde concentrato al suo interno, in un nucleo centrale, poi suddiviso tra pubblico e privato, in un circuito ancora più interno.

Il fatto che ora partano i lavori rappresenta un cerchio che si chiude. Il suo significato sociale "interno" è invece legato alla sua fase di inizio cantiere mai concluso. Proprio quello spazio nudo, adesso compreso nel cantiere riavviato, ha costituito l’immagine iconica del "non luogo", dell’indefinito, all’interno di una zona di espansione che pioveva nel bel mezzo di una periferia urbana molto sensibile, ancora dentro alcune criticità sociali mai risolte, contenitore di contaminazioni tra nuovi e vecchi bolzanini, laboratorio di integrazioni mai completate. E comunque simbolo della nuova città che cresceva, prima ancora dell’altro quartiere che lo affianca, quello di Casanova. Ebbene quest’ultimo è riuscito ad essere concluso prima di Firmian, anche se partito anni dopo.

«Capisco le perplessità degli abitanti del quartiere - dice adesso il progettista - ma occorre comprendere che un isola urbana di questa dimensioni, con centinaia di appartamenti, era stata avviata proprio alla vigilia della più grave crisi economica mai registrata negli ultimi decenni e che ha colpito in particolare proprio il comparto dell’edilizia». Il crollo della domanda avrebbe così comportato il blocco dell’offerta. Ma anche prodotto alcune criticità che hanno spesso indotto gli abitanti dei condomini intorno a protestare, scrivere al Comune, attaccare i continui rinvii, contestare proroghe che di volta in volta venivano concesse.

Insomma, proprio il grande parco interno era diventato lo specchio delle tensioni di un quartiere nato per essere "modello" e incappato invece in una serie di ostacoli in grado di condizionare il raggiungimento dell’obiettivo: pozzanghere, fondo stradale dissestato, un’impressione di diffusa opacità nelle decisioni e nell’agenda costruttiva e infine l’immagine, molto percepita, di degrado urbano. "Quel periodo ora è finito"assicurano alla Habitat. Per la quale l’architetto Gennaro ha previsto, dopo il via libera del Comune, di togliere alcuni edifici che sorgevano inizialmente nello spazio interno tra le case, per arrivare a liberare tutto lo spazio per il verde. Ci saranno garage interrati di proprietà e infine tutto funzionerà col teleriscaldamento, senza la presenza di caldaie.













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