Fondi per la cittadella, si indaga

Presentato un ricorso alla Corte dei Conti sui 200 mila euro utilizzati per pagare progetti e studi


di Bruno Canali


LAIVES. Tanto tuonò che piovve: dopo le ripetute critiche alla giunta comunale di Laives da parte dell'opposizione per i 200mila euro di finanziamento statale "bruciati" per il progetto naufragato della cittadella sportiva, adesso arriva, puntuale, il ricorso alla Corte dei conti.

Il ricorso. «Il governo aveva erogato al Comune di Laives, con legge finanziaria del 2007, un contributo di 200 mila euro per l'adeguamento dell'esistente campo da calcio in zona sportiva Galizia, questo per consentire lo svolgimento delle partite di serie superiore da parte dell'Fc Alto Adige». Nel ricorso si evidenzia inoltre che Laives ha altri campi da calcio, sia in zona Galizia che altrove e che da tempo comunque, le esigenze calcistiche si sono ridotte. «Detto contributo pubblico - si legge nel ricorso - non è stato utilizzato per lo scopo al quale era stato elargito dallo Stato, ma distratto per scopi diversi. In particolare, la somma sarebbe stata utilizzata interamente per studi di fattibilità, progettazioni, perizie e consulenze varie destinate a una nuova zona sportiva nella quale si intendeva realizzare un nuovo stadio, alcuni campi di allenamento per l'Fc Alto Adige e altri accessori che avrebbero composto la cittadella dello sport e non destinate alle esigenze della collettività di Laives, bensì per quelle di terzi privati ovvero, l'Fc Alto Adige che non aveva alcun riferimento con Laives».

Si ricorda poi che il progetto della cittadella in zona Galizia era stato avviato ancora quando il sindaco di Laives era Giovanni Polonioli ma l’iniziativa è stata poi ostinatamente portato avanti dal sindaco Liliana Di Fede. «Si sarebbe dovuto realizzare attraverso un finanziamento di 11 milioni di euro della Provincia - continua la segnalazione, fatta da alcuni residenti - che però si è guardata bene dal realizzare dette strutture come opere sovracomunali. Quegli 11 milioni, sarebbero stati appena sufficienti per coprire i costi di esproprio dei terreni, mentre la restante somma, necessaria per realizzare gli impianti calcistici destinati all'Fc Alto Adige, sarebbe stata reperita presso privati i quali, in cambio, avrebbero ottenuto, tramite convenzione urbanistica, una rilevante volumetria per realizzare spazi commerciali attigui alla zona sportiva. Non è dato comprendere come sarebbe stato giustificato l'interesse pubblico di detta operazione, ad esclusivo beneficio dei privati».

Le spese . Il ricorso alla Corte dei conti si basa insomma sulla ipotesi che il contributo di 200 mila euro, arrivato da Roma grazie all'interessamento del senatore Oskar Peterlini, in realtà sia stato speso in maniera impropria: come detto, per studi e progettazioni preliminari finalizzati alla realizzazione delle strutture necessarie per l'Fc Alto Adige, invece che per «l'adeguamento dell'esistente in zona sportiva Galizia».

Le consulenze. Ma la segnalazione affronta anche altri aspetti, come quello dell'affidamento a consulenti esterni dello studio, pur avendo, in quel periodo, fra i dipendenti comunali di alto livello, anche l'architetto Stefano Rebecchi, che poco o nulla aveva da invidiare, in quanto a capacità e conoscenza del territorio, ad altri professionisti.

«Successivamente - si legge nel ricorso - al fine di ovviare all'evidente distrazione di fondi pubblici destinati all'ampliamento dell'esistente, sarebbe stata inserita nell'oggetto delle deliberazioni la dizione "Ampliamento dell'impianto sportivo Engel Ossanna in zona Galizia"». Sono tutti aspetti e dettagli che la Corte dei Conti è chiamata adesso a verificare.

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