Forza Italia «azzerata» Biancofiore-Gardini, duello sulle macerie

Partito ai minimi storici. Niente tessere, nessun consigliere Bertoldi: «Rassegnarsi a più liste». Scibelli: «Siamo spariti»



BOLZANO. Una sfida senza nulla in palio. Un duello sopra le macerie. Forza Italia non c’è più in Alto Adige. Non c’è più nei fatti. Non esiste in consiglio provinciale, nei consigli comunali, nelle tessere. È su questo nulla che è andata in scena, nei giorni scorsi a Bolzano come a Trento, l’ennesima battaglia a distanza tra Elisabetta Gardini e Michaela Biancofiore, la commissaria regionale e la deputata. Tra un anno e mezzo si voterà per le provinciali e con la presenza o assenza di Forza Italia si dovrà fare i conti. Gatto dalle sette vite politiche, Silvio Berlusconi si sta riprendendo un ruolo nella politica nazionale. Biancofiore ne trarrà beneficio? Lo esclude la stessa interessata, che resta nella cerchia ristretta: «Il presidente non si è mai interessato del partito di Bolzano. Quando ci vediamo non ne parliamo, non provo neppure a chiedergli di intervenire contro questo commissariamento che sta distruggendo Forza Italia. Dovrebbe essere Elisabetta Gardini a prendere atto dei suoi fallimenti e farsi da parte». Ma un cambio ai vertici cosa cambierebbe? La crisi di Forza Italia a Bolzano parte da lontano, anche se Michaela Biancofiore non lo ammette. Ora si tirano solo le somme. Non ci sono più consiglieri forzisti (eccezione, Patrizia Coletti a Egna). Non c’è attività politica, i militanti sono ridotti a un pugno, non ci sono più iscritti, non è stato neppure organizzato il tesseramento. Michaela Biancofiore, dalle scorse comunali frequenta le acque «avversarie» di Giorgio Holzmann e Fratelli d’Italia, ma chiarisce «sono l’unica tesserata di Forza Italia in Alto Adige». Sbaglia, ma di poco. «Io sono tesserato, grazie all’iscrizione on line e anche il gruppo di giovani vicini a me. Arriveremo a 15 tessere, ad essere generosi...», precisa Gerardo Scibelli, primo dei non eletti in consiglio comunale. Scibelli nei giorni scorsi ha scritto un comunicato in difesa di Elisabetta Gardini. La nota, firmata con Andrea Pfeifhofer Chistè, Davide Gasparini, Gianni Cicconi (referente a Merano) e Patrizia Coletti, assicura «la nostra piena fiducia al commissario regionale per il suo incessante e fondamentale impegno per il nostro territorio e per Forza Italia». Una difesa d’ufficio. In realtà Elisabetta Gardini, impegnata a Bruxelles come europarlamentare, dopo le comunali ha frequentato poco o nulla Bolzano.

Dalla barricata opposta a Michaela Biancofiore, anche Scibelli ammette dunque: «Il partito langue, non c’è. Mai un incontro. Avevo chiesto almeno una discussione sulle comunali e sugli errori commessi, per evitare di replicarli alle provinciali. Niente». Scibelli si tira fuori: «Le provinciali? Ma chi si candida? Non parteciperò più a quell’accozzaglia». Alessandro Bertoldi ora fa il consulente politico: «In Forza Italia non c’è più nessuno. La sfida tra Biancofiore e Gardini è surreale, perché non c’è nulla da conquistare. Ammesso questo, il centrodestra deve decidere come salvarsi e dalle ceneri si può ripartire: Gardini ci sta provando».

Questa la ricetta suggerita da Bertoldi: «Inutile ostinarsi nella ricerca finta di una alleanza unica per le provinciali: si finisce comunque divisi, come alle comunali. Si parta da subito sapendo che esistono tre poli. Il primo è la Lega, il secondo Uniti per l’Alto Adige con Forza Italia, Alto Adige nel cuore e Unitalia, il terzo Holzmann, Fratelli d’Italia, CasaPound e magari Biancofiore. Così il centrodestra può aspirare a fare un paio di consiglieri provinciali: un leghista e probabilmente Urzì. Lo so che Alessandro è contestato da una parte, ma resta il candidato con più voti e più esperienza. Inutile brontolare, bisogna rimboccarsi le mani e imparare a fare politica». (fr.g.)

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