Furti a raffica nelle case La banda verso il processo 

Era composta da cittadini albanesi e moldavi. Il Pm Igor Secco ha depositato l’avviso  di conclusione indagine e si appresta a chiedere il giudizio. Il gruppo ha firmato 66 colpi



Bolzano. Una banda di cittadini albanesi e moldavi, specializzata in furti in appartamenti privati, dovrà rispondere di associazione a delinquere finalizzata proprio a colpire a ripetizione nelle abitazioni private dell’Alto Adige, del Trentino e del Veneto. Ma è nella nostra regione che l’attività malavitosa è stata messa in atto con maggiore insistenza.

A conclusione di alcuni mesi di indagine ieri il sostituto procuratore Igor Secco ha depositato l’avviso di conclusione indagine che prevede la richiesta di rinvio a giudizio. Sette le persone coinvolte a vario titolo delle indagini.

Come detto sono tutti cittadini albanesi e moldavi e tutti o quasi hanno avuto una partecipazione molto attiva attività delinquenziale tanto è vero che per sei dei sette inquisiti la Procura ha contestato l’associazione a delinquere finalizzata a commettere furti a ripetizione in Trentino Alto Adige trovando modo, in qualche occasione, di riciclare parte della refurtiva in negozi di acquisto e vendita di oro delle province di Trento e Verona. Le indagini sono state molto complesse. Lo dimostra il fatto che l’avviso di conclusione indagine, che riepiloga i vari colpi e le presunte responsabilità dei singoli, è composto da ben 17 pagine.

Le indagini hanno portato ad individuare i presunti promotori e organizzatori dell’associazione.

Si tratta di un giovane albanese di 26 anni, in carcere a Verona, e di un ragazzo, sempre albanese di 25 anni, dichiarato latitante dal tribunale di Bolzano l’8 ottobre scorso. Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica i due avrebbero coordinato l’attività del gruppo, impartendo disposizioni operative «sia per la rivendita del materiale di illecita provenienza, sia per procurare i veicoli da utilizzare in occasione della commissione dei furti, partecipando attivamente a tutti i colpi».

Due degli inquisiti attualmente si trovano in carcere in custodia cautelare, altri due sono attivamente ricercati.

Impressionante le serie di furti compiuti nella nostra regione. Le indagini infatti hanno permesso di imputare al gruppo ben 66 colpi messi a segno in abitazioni private della nostra regione.

I malviventi pare preferissero colpire in Alto Adige ove nel corso del 2020 hanno messo a segno diversi furti in appartamenti privati a Brunico, Falzes, Parcines, Andriano, Nalles, Appiano, Egna Tesimo, Andriano.

La banda ha firmato altri furti anche a Trento , Arco, Pergine Valsugana. Una quindicina anche i colpi messi a segno in provincia di Verona e a Feltre.

Secondo quanto emerge dalle indagini il gruppo malavitoso era molto attento ad organizzare i colpi nei minimi particolari, decidendo ad esempio di volta in volta con quale auto spostarsi in Alto Adige nel tentativo di non dare nell’occhio, effettuando più colpi a notte.

Le indagini hanno poi appurato che in alcune occasioni parte della refurtiva sarebbe stata smerciata (ottenendo dunque soldi in contanti dai gioielli rubati nei singoli appartamenti) in alcuni negozi specializzati nella compravendita di oggetti in oro.

I casi ricostruiti (riportati nel capo d’imputazione) risalgono al luglio scorso.

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